Il Tribunale ha congelato il provvedimento: decisive la protesta civile di condomini e associazioni e le condizioni di salute della bambina
© Ansa
Non verrà allontanata dalla madre Stella, la bambina di cinque anni e mezzo residente nel quartiere Monteverde a Roma. Il Tribunale ordinario della capitale ha sospeso, almeno per il momento, il trasferimento forzato della minore, affetta dalla sindrome di Fabry, una rara patologia genetica, e portatrice anche di anemia mediterranea.
La pressione pubblica è cresciuta dopo che, alcuni mesi fa, era stato disposto l’allontanamento forzoso della bambina dalla casa in cui vive con la madre. Attorno alla storia di Stella si è creata una rete di solidarietà che ha coinvolto il suo condominio, associazioni, rappresentanti politici e istituzioni. Tra le figure scese in campo ci sono la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella, la garante per l’infanzia Marina Terragni e le senatrici del Partito Democratico Valeria Valente e Cecilia D’Elia.
L’avvocato della madre ha confermato che il Tribunale ha accolto la richiesta di una verifica sull’impatto che l’inserimento in una casa famiglia potrebbe avere sulla salute della bambina. Secondo la legale, era necessario comprendere se l’ambiente alternativo proposto fosse compatibile con le necessità cliniche e affettive della piccola, viste le sue fragilità.
La vicenda si inserisce in un contesto familiare complesso, segnato da una lunga e difficile separazione tra i genitori di Stella, con denunce reciproche, perizie psico-sociali e un clima giudiziario teso. In base a una relazione tecnica d’ufficio, la madre sarebbe stata giudicata "ostativa", ovvero accusata di ostacolare i rapporti tra la figlia e il padre. Tuttavia, i vicini e il centro anti-violenza che segue la madre dal 2020 sottolineano che l’uomo è coinvolto in procedimenti penali per lesioni aggravate, stalking e maltrattamenti, aspetti che la tutela, secondo alcuni, non avrebbe considerato con la dovuta attenzione.
In una lettera indirizzata alla tutrice legale, i condomini di Monteverde hanno difeso con forza la mamma e la bambina: “Non siamo pericolosi, siamo cittadini comuni, lavoratori, pensionati. Conosciamo Stella, la vediamo ogni giorno. Non come lei, che l’ha incontrata pochissime volte in tutti questi anni” hanno scritto. La stessa comunità era già intervenuta durante il primo tentativo di prelievo ad aprile, quando la bambina, in un gesto drammatico, si era legata con del nastro adesivo al tavolo per non essere portata via.
Il Tribunale dovrà valutare l’eventuale autorizzazione all’uso della forza per eseguire il provvedimento originario. Fino ad allora, Stella resterà nella sua casa nel quartiere Monteverde, accanto alla madre e tra i volti noti del suo quartiere.