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Rientro a scuola "a rischio": un bambino su quattro fuori dagli asili nido

Secondo una ricerca del Centro studi enti locali sarebbero 15 mila i posti mancanti  nelle strutture di 17 Regioni. I fondi ci sono ma i tempi per riqualificarle sono troppo lunghi

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-afp

Con la notizia della mancata proroga allo smart working per i genitori di under 14 e per i lavoratori fragili, saranno in molti a rientrare a in presenza a settembre. A essere preoccupati sono soprattutto le mamme e i papà con figli piccoli, alle prese con le iscrizioni negli asili nido e soprattutto con l'impreparazione di quest'ultimi: nell'anno scolastico che sta per cominciare un bambino su quattro rischia infatti di rimanere a casa per mancanza di posti.

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Il punto sullo stato attuale - Secondo il Csel - Centro studi enti locali - sarebbero 15 mila i posti mancanti negli asili nido di 17 Regioni italiane per raggiungere l'obiettivo minimo del 33% di tasso di presa in carica stabilito dall'Ue. Nonostante le risorse assegnate e a 4.974 Comuni per colmare questo gap, attraverso un decreto emanato dal Viminale in accordo con il Mef, il ministro dell'Istruzione, il ministro per il Sud e la Coesione territoriale e il ministro per la Pari opportunità e la Famiglia, i tempi a disposizione non sarebbero sufficienti per l'inizio dell'anno scolastico.

 

"Il rapporto tra posti disponibili negli asili nido e numero di bambini di età compresa tra 0 e 2 anni - si legge nel documento riportato da Csel - oggi si colloca nel nostro Paese, con forti divari territoriali, in media al 25,5%, ovvero 7,5 punti percentuali al di sotto dell'obiettivo europeo del 33% e 9,6 punti percentuali al di sotto della media europea". Per di più, la situazione non presenta un profilo omogeneo in tutto il Paese: i dati più allarmanti riguardano il Sud. Un numero su tutti: in Campania questa percentuale si ferma al 9,3 per cento contro il 38,5 per cento del Lazio.

 

 

Un problema di tempistiche - I fondi per far fronte alla situazione e creare nuovi posti negli asili nido d'Italia ci sarebbero, almeno in potenziale, ma i tempi in cui verranno distribuiti rischiano di penalizzare migliaia di bambini e le loro famiglie. Il Pnrr ha destinato alla materia tre miliardi (2,4 miliardi per la fascia 0-2 anni e 600 milioni per quella che va da 3 a 5), concentrandone il 56% per il Sud, con l'obiettivo di riqualificare gli asili già esistenti, costruire nuovi complessi e ampliare le disponibilità di posti. Ma l'ultimo bando (70 milioni) è stato assegnato due mesi fa e il programma prevede uno sviluppo in cinque anni.

 

Il Fondo di solidarietà comune - "Questo problema - spiega Csel sulle colonne de Il Mattino - sarà progressivamente colmato con le risorse, provenienti dal Fondo di solidarietà comunale, previste per il periodo 2022-2027. Queste somme, a meno che la norma che le disciplina non subisca modifiche al ribasso attraverso emendamenti inseriti nelle future manovre, sono destinate ad aumentare di anno in anno, passando dai 120 milioni di euro dell'anno corrente ai 175 milioni previsti per il 2023, i 230 milioni stanziati per il 2024, i 300 milioni per il 2025, i 450 milioni nel 2026, fino ai 1,1 miliardi per il 2027". 

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