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Caso Regeni, il gup di Roma invia gli atti del processo alla Consulta | I genitori di Giulio: "Da oggi una speranza in più"

Il giudice chiede alla Corte Costituzionale di esprimersi sulla questione dell'assenza degli imputati, i quattro 007 egiziani, per superare lo "stallo". E nell'ordinanza scrive: "Dall'Egitto una scelta antidemocratica"

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Sul caso di Giulio Regeni il gup di Roma ha accolto la richiesta della Procura, decidendo di inviare alla Consulta gli atti del processo.

Il giudice ha chiesto alla Corte Costituzionale di esprimersi sulla questione relativa all'assenza degli imputati, i quattro 007 egiziani, per superare lo "stallo" del procedimento sulla morte del ricercatore friulano. E ha affermato che l'Egitto ha fatto "una scelta antidemocratica". I genitori di Giulio commentano: "Da oggi c'è una speranza in più".

 

I genitori di Giulio: "Si sancisca che questo processo si deve fare"

 "Speriamo - hanno detto - che questa sia la volta definitiva e che venga sancito che questo processo si può e si deve fare. Visto che noi diciamo sempre che Giulio 'fa cose', speriamo che Giulio possa intervenire anche in una riforma legislativa che consenta di non lasciare impuniti i reati di questa gravità quando gli Stati non collaborano", ha detto l'avvocato Alessandra Ballerini, riferendo il pensiero di Paola e Claudio Regeni sulla decisione del gup.

 

Il gup: "Scelta antidemocratica dall'Egitto"

 Il gup di Roma ritiene che la questione sollevata dalla Procura, per l'assenza degli imputati, sia "rilevante e non costituzionalmente infondata". E chiarisce, nell'ordinanza che invia gli atti alla Consulta: "La scelta delle autorità egiziane di sottrarre i suoi cittadini alla giurisdizione italiana e all'accertamento delle responsabilità è una scelta antidemocratica, autoritaria, che di fatto crea in Italia, Paese che si ispira ai principi democratici e di eguaglianza, una disparità di trattamento rispetto ai cittadini italiani e ai cittadini stranieri di altri Paesi, che in casi analoghi verrebbero processati". 

 

La richiesta della Procura sulla questione di costituzionalità

 Il 3 aprile il procuratore capo Francesco Lo Voi aveva sollevato in aula la questione di costituzionalità dell'articolo 420 bis del Codice di procedura penale, nella parte in cui prevede che l'assenza di conoscenza del processo da parte di un imputato derivi dalla mancata cooperazione di uno Stato estero. E il giudice ha accolto la richiesta della Procura. 

 

La Consulta dovrà decidere sull'articolo così come è stato modificato dalla riforma Cartabia nella parte in cui non prevede che si possa procedere in assenza dell'accusato "nei casi in cui la formale mancata conoscenza del procedimento dipenda dalla mancata assistenza giudiziaria da parte dello Stato di appartenenza o residenza dell'accusato stesso". 

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