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L’evacuazione temporanea è stata necessaria dopo la rottura di un frigo: all'interno c'erano sali di diazonio che avrebbero potuto provocare una deflagrazione
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Attimi di paura al Politecnico di Milano dopo la rottura di un frigo, nel laboratorio di Chimica di via Mancinelli, che ha fatto scattare l'allarme e l'intervento dei vigili del fuoco. All'interno, tra le altre cose, c'erano infatti circa cinque grammi di sali di diazonio che avrebbero potuto provocare una deflagrazione. I locali con il personale addetto sono stati evacuati temporaneamente, permettendo la messa in sicurezza dell'area. Otto giorni fa c'era stato un altro incidente, in cui è rimasta coinvolta una ricercatrice che ha perso il pollice.
Sul posto oltre al personale del Nucleo NBCR del Comando di Milano, sono giunti anche gli artificieri della compagnia dei carabinieri. I sali di diazonio sono composti organici, derivati da ammine aromatiche, che possono essere esplosivi, in particolare allo stato solido, e rilasciare azoto gassoso. I tecnici intervenuti sul posto, al termine della bonifica, hanno fatto brillare il materiale.
È il secondo incidente in poco più di una settimana nella sede del Polimi di via Mancinelli. Il 3 giugno, infatti, una ricercatrice di 54 anni è rimasta gravemente ferita alla mano sinistra, perdendo il pollice, dallo scoppio di un'ampolla mentre maneggiava acido ipofosforoso e sali di azoto.
Possono sembrare solo un passaggio intermedio in una sintesi chimica, ma i sali di diazonio sono tutto fuorché innocui. Sostanze estremamente instabili, vengono usate in molti settori, dai coloranti ai materiali tecnologici. Ma se non gestiti correttamente, possono causare esplosioni anche con un semplice aumento di temperatura. Il vero pericolo dei sali di diazonio risiede nella loro instabilità termica e meccanica. Se isolati come solidi, molti di questi composti possono esplodere anche senza una fonte di ignizione. Bastano il calore, una scintilla, un urto o la semplice essiccazione per innescare una decomposizione violenta, con rilascio di azoto gassoso.
Per evitare il rischio di esplosione, i sali di diazonio vengono solitamente prodotti e utilizzati immediatamente, senza procedere all’isolamento. Questo approccio “in situ” riduce notevolmente i pericoli. La temperatura è un altro fattore cruciale: durante la diazotazione, non si devono mai superare i 5 °C. Oltre i 40 °C, la decomposizione può diventare incontrollata. È inoltre fondamentale evitare la contaminazione con metalli, basi forti o raggi UV, che possono accelerare la reazione. Nonostante la loro pericolosità, i sali di diazonio restano fondamentali per numerose applicazioni industriali e scientifiche. Il loro impiego più noto è nella produzione di coloranti azoici, usati nei tessuti e nelle stampe. Recentemente, hanno trovato spazio anche in tecnologie avanzate, come la funzionalizzazione di superfici di nanotubi di carbonio e la costruzione di sensori elettrochimici.