Torino, diffuse video hard della fidanzata per vendetta, andrà ai servizi sociali
Lʼuomo aveva fatto girare le immagini nella chat del calcetto. A denunciare la ragazza, maestra di asilo, fu una mamma che ora dovrà affrontare il dibattimento con lʼaccusa di diffamazione

Si è pentito, ha risarcito la ragazza e andrà in prova per un anno ai servizi sociali l'uomo del Torinese che due anni fa diffuse nella chat degli amici del calcetto le immagini hard dell'ex fidanzata. La ragazza, riconosciuta, fu costretta a dimettersi dall'asilo in cui lavorava come maestra. La direttrice dell'istituto e la mamma di uno dei bambini affronteranno il dibattito per averla costretta dimettersi e per averla diffamata.
A distanza di due anni per la donna questa è una ferita ancora aperta. Quelle foto e quel video che sarebbero dovuti restare privati, una volta finiti sulla chat degli amici dell'ex fidanzato le hanno rovinato la vita. La 22enne si è trovata al centro delle chiacchiere velenose del Paese e ha dovuto abbandonare il lavoro che amava tanto..
Una storia in cui i colpi bassi e i tradimenti si sprecano e i cui dettagli sono emersi ora dall'inchiesta che vede coinvolte cinque persone. I fatti si svolgono nell'area metropolitana di Torino. In un impeto di passione per il fidanzato, un calciatore dilettante, la maestra d'asilo gli inoltra foto e video hard. Immagine che lasciano poco all'immaginazione, destinate solo ed esclusivamente all'uomo. Che invece posta quasi tutto sulla chat della sua squadra per vantarsi della conquista.
La situazione degnera quando la moglie di uno degli uomini che ha ricevuto le immagini intercetta il telefono del marito e riconosce la donna, maestra nell'asilo di suo figlio. In barba alla solidarietà femminile minaccia la maestra di dire tutto alla dirigente se avesse denunciato il fidanzato, a quel punto già ex. Ma la 22enne va avanti nel suo intento di denuciare l'accaduto. Nel frattempo però la sua dirigente, una volta informata, la licenzia, rendendo persino noti i motivi. Ora, però, è accusata di diffamazione, mentre sulla causa di lavoro è già stato raggiunto un accordo tra le parti.
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