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Carabinieri arrestati a Piacenza, Montella "incastrato" dalle microspie

Il carrozziere che per primo ha trovato i dispositivi nella macchina dellʼappuntato: "Quando lo ha saputo era bianco pallido, non respirava più"

Giuseppe Montella, il carabiniere arrestato insieme ad altri sei colleghi della caserma di Piacenza per reati che vanno dallo spaccio all'estorsione, sarebbe stato incastrato da alcune microspie installate nella sua macchina dalla guardia di finanza. "Quando lo ha saputo era bianco, pallido, non respirava più", sostiene Simone Giardino, il carrozziere piacentino che ha trovato le cimici all'interno dell'Audi A4 dell'appuntato. 

La reazione di Montella - Quando Giardino arriva in caserma per comunicare all'appuntato la scoperta, Montella va su tutte le furie: "Ora è un casino. Io lo ammazzo". Lo sfogo è rivolto a Daniele Giardino, fratello di Simone, che Montella ritiene essere al centro dell'indagine in cui si è ritrovato coinvolto. Giardino ha dei precedenti per spaccio e il 19 marzo scorso era stato arrestato in flagranza di reato insieme al padre Matteo per la detenzione di 3,2 chili di marijuana. 

 

Tre microspie scoperte in 24 ore - Subito dopo aver trovato la cimice nell'Audi di Giuseppe Montella, Simone Giardino si insospettisce e controlla  anche la sua autovettura. Spunta una seconda trasmittente, che preoccupa ancora di più il carrozziere piacentino. "Non posso chiamarti al telefono, è successo un casino", dice alla moglie, "ma non è colpa mia, lo sai benissimo chi è coinvolto". Montella , convinto di non essere il fulcro dell'operazione della Gdf ma comunque allertato, decide di far ispezionare l'automobile della sua ragazza, senza però trovare nessuna microspia. Il terzo dispositivo verrà alla luce pochi giorni dopo, all'interno della vettura della compagna di Daniele Giardino. 

 

Il pusher: "Montella sopra tutti gli altri" - Giuseppe Montella è considerato dagli inquirenti come la figura al vertice del sistema criminale. Lo scorso gennaio, un pusher marocchino che collaborava con i carabinieri indagati aveva riferito di parlare "principalmente con lui, il quale mi diceva che tutti gli altri della caserma erano sotto la sua protezione". Grazie alle intercettazioni ambientali, gli inquirenti hanno raccolto anche conversazioni in cui Montella e i colleghi parlano di approvigionamento di droga, contatto con gli spacciatori e riscossione di denaro,  

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