L'uomo ha cercato di strangolare la donna, salvata dal 118 e dai carabinieri. In ospedale in gravi condizioni, non sarebbe in pericolo di vita. Da anni subiva botte e umiliazioni. L'ipotesi del rapporto sessuale rifiutato
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Ha picchiato la moglie, le ha stretto le mani intorno al collo, l'ha gettata a terra e l'ha colpita con altri calci e pugni. Lei ha perso i sensi e lui, credendola morta, l'ha avvolta nel tappeto e l'ha trascinata sul balcone di casa. L'aggressione è avvenuta nella casa della coppia a Megliadino San Fidenzio (Padova). All'arrivo del figlio, un giovane di 22 anni, il padre ha detto che la donna era morta e che anche lui avrebbe voluto buttarsi già dalla terrazza per togliersi la vita. Nel frattempo i vicini avevano chiamato il 118 e i carabinieri: la donna, che in realtà era sopravvissuta, è stata soccorsa e ricoverata in ospedale a Schiavonia, mentre il marito, un operaio 55enne albanese, è stato arrestato con l'accusa di tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia.
La Procura di Rovigo ha aperto un'inchiesta, secondo quanto scrive il "Corriere del Veneto", e a indagare sul caso sono i carabinieri della compagnia di Este. La donna, in gravi condizioni, non è in pericolo di vita. Il giorno dell'ultima aggressione nella casa della coppia, dopo che il personale medico aveva rianimato la moglie, il marito aveva tentato di nuovo di aggredirla, urlandole che lei gli aveva rovinato la vita, e a fermarlo erano stati i carabinieri. Gli inquirenti hanno accertato che da tempo la donna veniva picchiata e minacciata dal marito. Lo scorso agosto era finita in ospedale con diverse ferite. Gli investigatori hanno riscontrato che l'uomo la umiliava continuamente, con violenze e minacce. L'ultima aggressione sarebbe dovuta al rifiuto di avere con lui un rapporto sessuale.
Il marito aveva costretto la moglie a troncare qualsiasi rapporto sociale: le veniva vietato di frequentare amici e conoscenti e i vicini raccontano che da quella casa sentivano spesso urla e litigi. Chi la conosce dice che l'uomo la trattava come una "sua proprietà" e che le aveva tolto ogni autonomia finanziaria gestendo tutte le entrate familiari. Aveva anche boicottato il tentativo della donna di acquistare una quota del centro estetico in cui lavorava.
Secondo quanto ha detto il figlio ai carabinieri, le violenze dell'uomo avvenivano davanti a lui. Al momento dell'arrivo in ospedale, la 42enne aveva ecchimosi ed ematomi su tutto il corpo, con ferite particolarmente gravi alla base del collo, dove l'uomo l'ha afferrata con violenza tentanto di strangolarla. In seguito all'ennesima aggressione e anche ai precedenti dell'uomo, la Procura ha chiesto e ottenuto dal giudice la convalida della misura cautelare in carcere.