nella scuola della 14enne

Omicidio Martina, la prof: "Lui era geloso, non voleva che salutasse gli altri maschi"

Sul muro di fianco al banco aveva scritto "Ti amo Alessio". Ora lì ci sono i fiori portati dai compagni

29 Mag 2025 - 13:02

Sul muro vicino al suo banco, Martina Carbonaro aveva scritto a colori "Ti amo Alessio". Ora lì, in quell'aula dell'istituto alberghiero Andrea Torrente di Casoria, ci sono i fiori che i suoi compagni e i professori hanno portato per ricordare la 14enne uccisa dall'ex fidanzato. Fino a lunedì, quella ragazzina descritta come solare e sorridente era in mezzo a loro, e ora non c'è più.

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A Repubblica la professoressa di italiano, Michela Pascià, la descrive come "una ragazza perbene, studiosa, voleva fare la carabiniera". E ricorda che proprio lunedì l'aveva vista distratta: guardava fuori dalla finestra. E lei e aveva chiesto se c'era qualche problema. "Mi sorrise, come faceva sempre. Disse che andava tutto bene. Ho questa ultima immagine di lei, sono senza parole". Così bene, in realtà, non andava. Al quotidiano la compagna di banco ha raccontato che Martina "aveva lasciato il fidanzato perché mi aveva detto che non provava più i sentimenti di prima. Lui l’aveva presa male, era andato sotto casa, aveva fatto di tutto".

Perché Alessio Tucci, a sentire le compagne e i prof, era gelosissimo. "Ne parlava spesso", ha raccontato ancora la professoressa di italiano a Repubblica. Ma Martina l'aveva rassicurata dicendo che "era solo gelosia". Però "con i ragazzi dell’altro sesso aveva un rapporto freddo, lo hanno riferito in queste ore i suoi compagni di classe. Abbassava lo sguardo se incrociava qualcuno, perché lui non voleva che salutasse i maschi".

E un'altra prof di Martina, Carla Caputo, ha affidato ai social il suo sfogo. "'Prof. Carbonaro, no Carbonara. E dai Martina che fa’ a me piace la carbonara e tu sei bella e buona come un piatto di carbonara'. Così noi scherzavamo sempre. Non l’ accetto, non ci posso credere e invece è arrivata la notizia della tua morte". E lei, come docente, si sente "tradita. Da una società che non sa proteggere le sue ragazze. Da un sistema che ancora oggi tollera, minimizza, giustifica la violenza". E "la delusione è immensa. Perché ogni volta che perdiamo una ragazza, perdiamo una parte del nostro futuro. Perdere un’alunna così è come perdere una figlia".

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