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Moscopoli, presunti fondi alla Lega: cronista russa sentita come testimone dai pm di Milano

La reporter della Tass Irina Aleksandrova, che a Mosca ha conosciuto Savoini (ex portavoce di Salvini), è stata ascoltata per diverse ore

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Accelera l'inchiesta milanese sui presunti fondi russi alla Lega. La vicenda era esplosa sui media a luglio, con la pubblicazione sul sito americano "BuzzFeed" dell'audio dell'incontro nella hall dell'albergo moscovita Metropol tra tre italiani, tra cui l'ex portavoce di Matteo Salvini, Gianluca Savoini, e tre russi. Per diverse ore i pm hanno sentito come testimone una giornalista russa che a Mosca ha conosciuto Savoini.

La donna sentita come teste è una giornalista che, in un incontro-stampa del luglio 2018, compare in alcuni video in Rete a fianco di Salvini e ringrazia pubblicamente Savoini, anche lui presente. In un post su Facebook del 16 luglio 2018, ossia tre mesi prima del meeting al Metropol, sulla pagina dell'associazione LombardiaRussia (di cui Savoini è presidente) è stato pubblicato, infatti, un video in cui compaiono il leader leghista e la giornalista Irina Aleksandrova.

 

Nel post si legge: "Salvini era in diretta da Mosca dalla sede dell'agenzia Tass. A fine conferenza stampa l'amica giornalista della Tass, Irina Aleksandrova, ringrazia il presidente di LombardiaRussia, Gianluca Savoini, per aver organizzato l'incontro".

 

Il contenuto del verbale è stato secretato ma, da quanto si è potuto capire, gli inquirenti puntano a ricostruire attraverso questa ed altre testimonianze (molte persone sono già state ascoltate) i movimenti e l'agenda di incontri della delegazione leghista, Savoini compreso, prima del faccia a faccia nell'albergo.

 

Su questo fronte e su quello della pianificazione dell'affare e delle trattative già avviate nei mesi precedenti, gli investigatori stanno analizzando una quindicina di telefonate di Meranda, da lui stesso registrate attraverso un'applicazione, oltre che messaggi vocali e captazioni di altri colloqui.

 

Tra l'altro, gli stessi pm ipotizzano che potrebbe essere stato proprio uno dei tre al tavolo del Metropol a registrare i dialoghi nella hall, forse lo stesso Meranda. Nel frattempo, ci sono da tradurre numerose email scovate nei dispositivi e potrebbe esserci la necessita' di inoltrare una rogatoria in Russia.

 

Poi i pm hanno in mano una serie di registrazioni, tra telefonate, audio e tracce di colloqui, per ricostruire i preparativi a quel meeting e le stesse trattative che erano già in corso. All'incontro nell'hotel hanno preso parte anche l'avvocato Gianluca Meranda e l'ex bancario Francesco Vannucci.

 

L'incontro sarebbe servito per discutere di una compravendita di petrolio che avrebbe dovuto garantire, attraverso un sconto di almeno il 6% su un affare da 1,5 miliardi di dollari, soldi, ossia 65 milioni (stando all'audio di cui sono venuti in possesso due giornalisti de "L'Espresso" e consegnato ai pm) al Carroccio per la campagna elettorale per le ultime Europee, ma anche tangenti ad almeno un funzionario di Mosca. 

 

"Non ho mai visto un rublo, un euro, un dollaro o uno yen. Ritengo che avere buoni rapporti con la Russia sia una questione intelligente per chiunque", ha ribadito, intanto, l'ex ministro Salvini.

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