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Presunti fondi russi alla Lega, Conte: "Savoini era a seguito di Salvini, dal suo ministero no informazioni"

"La politica estera "non è influenzata dai rapporti tra partiti, ma vigileremo", ha aggiunto il premier. Il Pd presenterà una mozione di sfiducia per Salvini che replica: "Una medaglia"

Presunti fondi russi alla Lega, Conte:
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Il premier Conte è intervenuto al Senato per parlare della questione dei presunti finanziamenti russi alla Lega.

"Posso precisare che Savoini non ha mai rivestito incarichi formali di consulente esperto di questo governo", ha detto riferendosi al presidente dell'associazione Lombardia-Russia indagato per corruzione internazionale. Savoini "era presente a Mosca il 15 e 16 luglio 2018 a seguito del ministro Salvini", ha aggiunto Conte.

"Sulla base delle informazioni disponibili alla presidenza del Consiglio posso precisare che il signor Savoini non riveste e non ha rivestito incarichi formali di consulente esperto di questo governo", ha precisato il premier Conte. E ha aggiunto che di non aver ricevuto "informazioni sul caso dal ministro competente", cioè Matteo Salvini.

Conte interrotto più volte - Il numero uno di Palazzo Chigi è stato interrotto più volte durante il suo intervento a Palazzo Madama, inducendo il presidente Casellati a calmare i senatori contestatori. "Se oggi sono qui davanti a voi è in ragione del mio ruolo, è per il profondo rispetto che nutro nei confronti di quest'Aula. Non mi sono mai sottratto all'interlocuzione con il Parlamento", ha sottolineato Conte.

"Prevalsa la linea di governo, mai di partito" - Sul caso della Russia "la nostra linea è sempre stata coerente, non ci sono elementi che mi facciano dubitare circa un indebito scostamento di uno o piu' membri del governo dalle linee stabilite", ha proseguito Conte. "Mai alcuna forza del governo avrebbe potuto avere la possibilità di intrattenere rapporti di parte con altri Paesi. Ciascuna forza politica è libera di coltivare rapporti. Mi sono sempre adoperato affinché gli interessi di parte fossero vagliati al filtro degli interessi nazionali. Su questo sono esigente".

"Nessun elemento per incrinare la fiducia" - "La vicenda all'origine di questa informativa appare ora sottoposta al vaglio della procura di Milano che indaga per valutare la fondatezza di eventuali ipotesi di reato", ha proseguito il premier. "Non conosciamo quali elementi siano stati acquisiti né le conseguenze dell'indagine in corso. Il piano del governo è distinto dall'indagine della procura di Milano. Ora non ci sono elementi per incrinare la fiducia con membri del governo".

"I rapporti tra partiti non influenzano la politica estera" - La linea di politica estera del governo non ha risentito in nessuna occasione dei rapporti che le singole forze della maggioranza possano aver itnrattenuto con partiti di altri Paesi. Lo ha assicurato il presidente del Consiglio, aggiungendo: "Ovviamente i singoli ministri nelle materie di loro competenza hanno contribuito ad alimentare le relazioni dell'Italia, ma la mia costante presenza all'estero e ai fori internazionali ha consentito di mettere a punto anche sul fronte internazionale la sintesi necessaria per una linea coerente".

Senatori M5s lasciano l'Aula: "Non era Conte a dover riferire ma Salvini" - Una parte di senatori del M5s ha abbandonato l'Aula quando Conte ha cominciato a parlare. Un gesto di protesta spiegato poco dopo: "Ribadiamo il nostro rispetto per il premier, ma non era lui a dover riferire in Parlamento sul caso dei presunti fondi russi alla Lega. Ci doveva essere Salvini".

Pd, Zingaretti: "Governo senza maggioranza" - "Mentre il premier Conte parla del Russiagate in Aula i senatori del M5S che lo sostengono sono fuori dall'aula. Non c'è più una maggioranza. Si metta fine a
questa agonia, a casa e subito al voto", ha replicato, su Twitter, il segretario democratico, Nicola Zingaretti. 

Il Pd chiede la sfiducia per Salvini - "Nell'immediato il Pd presenterà una mozione di sfiducia nei confronti del ministro Salvini che scappa dalle sue responsabilità". Lo annuncia il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci, al termine dell'informativa di Conte in Aula.

La replica di Salvini: "Una medaglia" - Non si è fatta attendere la replica del ministro dell'Interno alla mozione di sfiducia del Pd. "La mozione di sfiducia del Pd di Renzi, Boschi e Zingaretti contro di me? Una MEDAGLIA! Come le denunce di Carola e delle ONG, gli insulti dei centri sociali, le minacce dei Casamonica. Io non mollo, indietro non si torna!", ha scritto su Twitter.

Zingaretti: "Sfiducia a garanzia degli italiani" - "E' giusto presentare una mozione di sfiducia a garanzia di tutti gli italiani, affinché questo ministro, oltre che fare passeggiate e sorrisi, si occupi un po' anche del nostro Paese", ha spiegato il segretario dem Zingaretti. "Sono giorni che chiediamo al ministro Salvini di dire la verità e di venire a dirla in Parlamento: oggi Conte ha ammesso che da Salvini non ha avuto nessuna notizia", ha aggiunto.

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