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Milano, incendiò casa e uccise le sorelle nel 2015: arrestato 68enne | Il gip: "Temeva per l'eredità"

Giuseppe Agrati​​​​​​​ è ritenuto responsabile dellʼomicidio volontario aggravato delle due donne per questioni legate al patrimonio

Milano, incendiò casa e uccise le sorelle nel 2015: arrestato 68enne | Il gip: "Temeva per l'eredità" - foto 1
lapresse

Il 68enne Giuseppe Agrati è stato arrestato dai carabinieri perché ritenuto responsabile dell'omicidio volontario aggravato delle sue due sorelle commesso incendiando l'abitazione in cui dormivano a Cerro Maggiore (Milano). Il fatto è avvenuto il 13 aprile 2015.

Le indagini, svolte su delega della Procura Generale della Repubblica di Milano, sono iniziate in seguito dell'avocazione del fascicolo processuale precedentemente in carico alla Procura di Busto Arsizio.

Il nipote si era opposto all'archiviazione Le due vittime, Carla Eugenia e Maria Giuseppina Agrati, avevano 70 e 68 anni. Le indagini sulla loro morte sono state riaperte dopo che il nipote si era opposto all'archiviazione. Le attività investigative hanno così portato alla ricostruzione completa e precisa della dinamica del fatto e permesso di accertare che le dichiarazioni fornite da Agrati, presente nell'abitazione e rimasto illeso, risultavano contraddittorie e non corrispondenti a quanto appurato. 

 

L'eredità Le indagini hanno soprattutto appurato che la vicenda è legata a motivi economici. Giuseppe Agrati temeva di perdere l'eredità a favore dei nipoti di un fratello morto una settimana prima. Secondo quanto scritto dal gip nell'ordinanza di arresto, infatti, "con il testamento di una delle due sorelle e con la paventata sua intenzione di lasciare il proprio cospicuo patrimonio ai nipoti, nulla sarebbe spettato all'Agrati che, non essendo legittimario in quanto fratello, non avrebbe potuto rivendicare alcunché".

 

Tre punti di innesco Secondo il gip, comunque, Giuseppe Agrati "non aveva lo scopo di incendiare la casa, cosa già penalmente rilevante, ma di cagionare la morte delle sorelle mediante l'incendio". L'omicidio delle due donne "era quindi l'unico obiettivo da raggiungere". Ripercorrendo le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, il giudice sottolinea "la collocazione dei tre punti d'innesco. Il primo proprio all'uscita delle camere delle sorelle, il secondo nei pressi del portone principale che dava su via Roma e il terzo nei pressi del portone secondario che dava sul cortile interno".

 

Agrati non svegliò le sorelle e tardò a dare l'allarme Agrati "non ha avvisato le sorelle dell'incendio in atto. Del fatto che lui le abbia svegliate non vi è alcun riscontro. Anzi, la dinamica degli eventi, la circostanza che lui sia uscito praticamente indenne dall'incendio, certifica proprio il contrario. Pochi minuti di differenza nell'aver avuto cognizione della presenza del fuoco in casa tra lui e le due donne non avrebbero potuto determinare conseguenze così diverse". "Illeso uno - scrive il gip - morte entrambe intrappolate le altre. Agrati non solo non ha svegliato le sorelle, ma ha anche ritardato quanto più possibile di dare l'allarme".

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