Cane ucciso dagli spacciatori: mangia un panetto di droga lanciato in giardino
Nel tentativo di liberarsi della droga, il pusher ha lanciato il panetto che è finito nel giardino di una famiglia. Per l'animale non c'è stato nulla da fare
Uccisa dai venditori di morte. Si chiamava Margot ed era il cane di una famiglia della frazione Villaggio Brollo di Solaro, in provincia di Milano: è morto dopo aver ingerito un panetto di droga gettato da un pusher e finito nel giardino della famiglia. Per l'animale non c'è stato nulla da fare.
Ucciso dalla droga finita in giardino - A raccontare l'accaduto sui social è Dante Cattaneo, vicesindaco di un comune nelle vicinanze, impegnato nella lotta allo spaccio nel Parco delle Groane. "Margot non c'è più, anche lei assassinata dai venditori di morte" ha scritto su Facebook, condividendo la foto dell'animale e la lettera ricevuta suoi dai padroni. "Qualche spacciatore nel tentativo di liberarsi della dose che aveva addosso, ci ha lanciato nel giardino di casa un panetto di droga e il mio cane lo ha mangiato. Purtroppo non è sopravvissuta".
Proteggiamo i nostri amici dalle vere bestie - I pusher probabilmente inseguiti dalle forze dell'ordine, hanno lanciato il panetto di droga finito nel giardino e ritrovato dall'animale. Il quale, dopo averlo annusato, l'ha ingerito. "Il veterinario non ha potuto salvarla, ma gli esiti degli esami non lasciano dubbi: nello stomaco di Margot è stata rinvenuta una gran quantità di THC, principio attivo dello stupefacente" continua il vicesindaco. Lanciando poi un appello ai concittadini: "Margot è stata ammazzata dai venditori di morte che infestano il Parco Groane ed in particolare la zona di Solaro, lungo la Saronno-Monza. A tutti i cittadini e in particolare a coloro che vivono vicino a boschi o piazze di spaccio l'appello a tenere gli occhi ancora più aperti. Proteggiamo i nostri amici dalle vere bestie".
I commenti social - Immediati i commenti dei follower. "Morire così è inammissibile" scrive un utente. "Quanta tristezza, non è giusto" commenta un altro. E ancora: "Poteva succedere a un bimbo", "ma in che mondo stiamo vivendo".
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