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Borseggiatrici a Milano, aggredito uno dei ragazzi delle ronde: "Mi hanno accerchiato e all'improvviso un ragazzino..."

Matthia Pezzoni, 34 anni, presidente del Comitato Sicurezza per Milano, è finito in ospedale con un occhio nero e varie contusioni al volto: "La loro aggressività è sempre più alta"

Borseggiatrici a Milano, aggredito uno dei ragazzi delle ronde: "Mi hanno accerchiato e all'improvviso un ragazzino..." - foto 1
Tgcom24

Contrasta le borseggiatrici di Milano dal 2016, quando ha iniziato da semplice cittadino la sua azione di disturbo per sventare i loro colpi sui mezzi pubblici e, in particolare, in metropolitana.

Così da tempo gliele avevano promesse, fino a passare all'azione. Il bersaglio è lui, Matthia Pezzoni, 34 anni, presidente del Comitato Sicurezza per Milano. L'ultima aggressione, la più violenta, è avvenuta in metropolitana alla fermata Duomo quando era solo. Di sabato sera, intorno alle 21.30, in tre o quattro, sulla banchina, lo hanno prima accerchiato e poi preso a sberle per impedirgli di continuare a filmare, finché è spuntato un minore che ha sferrato il colpo da ko all'occhio. Ecco a Tgcom24 il racconto di quanto successo.


Borseggiatrici di Milano, il racconto dell'aggressione a Tgcom24

 "Sono ancora un po' frastornato per i colpi ricevuti, sberle, pugni; sono stato al Pronto Soccorso fino alle 4 di mattina e non ho letto i giorni di prognosi, i medici mi hanno parlato di contusioni al volto". Tgcom24 raggiunge telefonicamente Matthia Pezzoni quando nelle chat Whatsapp pro-sicurezza di Milano iniziano a girare le sue foto con il volto tumefatto. Senza troppe spiegazioni, gli utenti intuiscono subito che qualcosa di grosso a colui che è uno dei promotori dei gruppi contro furti e borseggi stavolta è accaduto. E nessuno ha dubbi: l'aggressione è firmata dalle borseggiatrici di Milano, diventate ormai protagoniste anche in Tv.

 

 

Ecco, dunque, quanto accaduto a Pezzoni, che in settimana sporgerà denuncia, chiedendo alle autorità che vengano utilizzati i filmati delle videocamere di sicurezza presenti in metropolitana, dal momento che non è riuscito a filmare direttamente l'aggressione di cui è stato vittima. Nel mirino, infatti, è per prima cosa finito il suo telefono, quello che usa come "strumento" per impedire alle borseggiatrici di borseggiare e con il quale già l'altro giorno aveva filmato di essere stato vittima di lancio di succo di frutta. Immagini che hanno fatto subito il giro dei social, come quelle appena pubblicate con l'occhio nero.

 

 

"So che la mia incolumità è in pericolo per quello che faccio - spiega a Tgcom24, - ma mai si è arrivati a questi livelli di violenza. E' stata una sorpresa anche per me".
 

Nello specifico: "Sabato sera, mentre ero da solo alla fermata della metro Duomo ho notato subito la presenza di borseggiatrici. Come mio solito, e anche loro lo sanno bene, prendo il telefono per registrare e avviso i passeggeri della loro presenza".

 

Così il gruppo si sparpaglia, chi si reca sulla linea rossa, chi si allontana. "Solo una torna sulla banchina per Comasina dov'ero e così inizio a disturbarla nuovamente. La borseggiatrice si allontana e io continuo a filmarla. Avvicinandomi, mi tira un colpo sulla fotocamera del telefono e mi dice di smetterla di fare video".

 

 

Inizia il solito inseguimento. Ma la borseggiatrice chiama in soccorso le altre colleghe note allo stesso Pezzoni. "Arrivano in tre/quattro e iniziano ad aggredirmi con sberle e pugni. A causarmi il trauma all'occhio è stato però un ragazzino con il giubbotto rosso che non avevo mai visto e che si è aggiunto al pestaggio all'improvviso".

 

"Quando inizio a perdere sangue dall'occhio, scappano in direzione Rho Fiera. Io sono dolorante e stordito, ma non mi accorgo subito della gravità della mia condizione, così vorrei inseguirle ma i presenti mi fanno notare che sono ferito e dall'agente di stazione faccio chiamare ambulanza e polizia".

 

La notte in ospedale, le medicazioni. E ora? "Oggi riposo - conclude Pezzoni a Tgcom24. - Ma non mi fermo: non vinceranno le borseggiatrici con la loro prepotenza e aggressività".

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