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Liliana Resinovich, "non è stato il preparatore anatomico a rompere la vertebra"

La lesione sarebbe già emersa dalla Tac l'8 gennaio 2022, mentre il tecnico ha operato sul cadavere tre giorni dopo

30 Giu 2025 - 16:39
 © Da video

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Ancora una novità nel caso di Liliana Resinovich. Ora verrebbe escluso che la rottura della vertebra T2 sia stata causata dal preparatore anatomico. Il gip di Trieste ha rigettato la richiesta di perizia medico legale degli avvocati del marito Sebastiano Visintin, indagato per la morte della moglie. La lesione sarebbe già emersa dalla Tac l'8 gennaio 2022, mentre il tecnico ha operato sul cadavere tre giorni dopo. Il giudice ha invece accolto la richiesta della procura di perizia in incidente probatorio sui reperti già analizzati, sugli abiti e sui coltelli sequestrati in casa dell'indagato e sul bracciale nero e celeste consegnato dal fratello della vittima. L'udienza è stata fissata per l'8 luglio. Liliana Resinovich era scomparsa a 63 anni nel dicembre 2021 e fu ritrovata senza vita nei primi giorni del 2022 nel parco dell'ex ospedale psichiatrico di Trieste.

A riportare la notizia del fatto che non fu il preparatore anatomico a rompere la vertebra è la trasmissione tv "Chi l'ha visto?". All'inizio del mese di maggio il quotidiano "Il Piccolo" aveva pubblicato le dichiarazioni del tecnico che si era presentato agli inquirenti affermando: "Potrei aver procurato io quella frattura alla vertebra della signora Liliana Resinovich". Si riferiva alla vertebra toracica T2 e all'esame autoptico sul corpo di Liliana dell'11 gennaio 2022, avvenuto nell'obitorio di via Costalunga, al quale aveva partecipato. La lesione era stata accertata nel corso della seconda autopsia, effettuata dall'antropologa forense Cristina Cattaneo. La frattura in questione, comunque, non sarebbe un elemento in grado di confermare o confutare la "dinamica omicidiaria estrinsecatasi a mezzo di soffocazione esterna", descritta dalla relazione del team Cattaneo.

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