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Una gavetta torna dal fronte russo dopo 78 anni: sarà riconsegnata a Sora (Frosinone) alla famiglia del soldato

Il cimelio di guerra era stato recuperato in Bielorussia intorno al 2010. Le ricerche hanno verificato che apparteneva al reduce Antonio Tersigni. La cerimonia della restituzione il 5 maggio

Fotogallery - Dal fronte russo a Sora (Frosinone): restituita alla famiglia la gavetta dell'alpino Antonio Tersigni

Verrà riconsegnata alla famiglia il 5 maggio a Sora (Frosinone), una gavetta risalente alla Seconda guerra mondiale e ritrovata in Bielorussia negli anni 2009/2010, appartenuta al reduce di Russia l'alpino Antonio Tersigni, classe 1919.

La gavetta arriva, 78 anni dopo, dalla Bielorussia, in modo avventuroso. Sopra il cimelio sono impressi disegni e scritte scalfiti dal reduce ai tempi della sua permanenza in terra russa e proprio questi graffiti sono stati fondamentali durante l'indagine per risalire al proprietario della stessa e dei congiunti del soldato.

 

La gavetta che torna a Sora (Frosinone) dal fronte russo dopo 78 anni

 Tutta colpa di uno stemma degli Alpini sul cofano di un camper fermo in mezzo al nulla in Bielorussia. Lo ha riconosciuto subito un vecchio contadino uscito dalla isba per vedere cosa cercassero quei turisti: finiti fuori rotta per colpa di un navigatore in tilt.

 

Nel camper c'erano Antonio Respighi e la moglie, una coppia di Abbiategrasso, comune in provincia di Milano dove lui è stato sindaco, prima di trasferirsi a Mortara, Pavia. I coniugi, partiti come ogni anno per le vacanze alla scoperta del mondo, si erano persi, ma, segno del destino, un contadino ha riconosciuto subito lo stemma degli Alpini e, a gesti, fa capire che ha qualcosa da far vedere.

Così propone ai due turisti di comprare delle mostrine, sono del 52mo Reggimento Artiglieria Torino e c'è pure una gavetta. In metallo, una delle "Centomila gavette di ghiaccio" raccontate da Bedeschi nel suo omonimo capolavoro della letteratura di guerra dedicato agli alpini in Russia.

 

La coppia non ci sta a pensare e compra tutto. Avvia le ricerche. Con pazienza inizia a ricostruire le storie di chi aveva indossato quelle mostrine, contatta i familiari, le riconsegna. Come fatto il 23 marzo a Roma in presenza del sindaco Roberto Gualtieri ai discendenti di un altro alpino dell'Armir, l'armata italiana in Russia.

 

La ricerca sulla gavetta li porta, invece, in provincia di Frosinone. A Sora, per la precisione. Fino a identificare l'artigliere Tersigni Antonio fu Luigi, classe 1919, effettivo al 52mo reggimento artiglieria Torino, assegnato alla omonima divisione inviata sul fronte di Bielorussia. Appartiene a lui la gavetta recuperata dal contadino in quel terreno che decenni prima era stato campo di battaglia.

 

Incisa sul fondo con la punta di una baionetta: un cuore trafitto, un Gesù sacramentato, il simbolo del 52mo reggimento. E un nome, sbiadito dal tempo. A lungo le ricerche portano fuori strada, al fratello Giuliano (classe 1922), anche lui nella divisione Torino, sullo stesso fronte ma senza mai incontrarsi con Antonio. E sparito nel nulla durante la ritirata.

 

Il prossimo 5 maggio la gavetta verrà riconsegnata dal prefetto di Frosinone Ernesto Liguori ai tre figli dell'artigliere: un'anziana che vive a Sora e due che arriveranno dal Canada per ricevere quel ricordo del loro papà che riuscì a salvarsi dalla campagna di Russia e tornare a Sora. Dove visse lavorando i campi e senza voler mai ricordare quei giorni.

 

La consegna avverrà durante la commemorazione del maresciallo capo degli Alpini Luca Polsinelli, morto 17 anni fa durante una missione a Kabul, centrato da un colpo mentre era alla sua postazione su un elicottero del nostro Esercito. Con lo stemma degli Alpini.

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