Il brano pubblicato dal detenuto condannato per l'omicidio della 17enne ha scatenato rabbia e sdegno tra familiari e amici della ragazza. Il padre: "Sta facendo successo sulla morte di nostra figlia"
Il ragazzo che il 28 giugno 2023 ha ucciso Michelle Causo e abbandonato il suo corpo in un carrello della spazzatura a Roma ha pubblicato una canzone su Instagram dal carcere minorile di Treviso. Il brano si intitola Scusa mamma e, secondo quanto dichiarato in una storia Instagram, sarebbe stato diffuso da un amico che "gestisce il profilo per lavoro".
A gestire il profilo, secondo una storia Instagram, non sarebbe direttamente lui, ma un suo amico: "Ciao, sono un amico di O., stavo in cella con lui, ho preso in carico la situazione e tutte le conseguenze e ho aperto questo profilo per lavoro. Non sapete la sua storia, non sapete cos'è successo e non sapete chi è. Non è dentro solo per ciò ma anche per altri procedimenti. Sappiate che il vostro odio è solo la forza per continuare, grazie per dimostrarci quanto siete stupidi nei commenti. Insultarlo è solo il nostro input. Free O., free all the guys".
Una dichiarazione che lascia aperti interrogativi: si tratta davvero di un terzo che gestisce il profilo oppure è un escamotage del detenuto per evitare provvedimenti disciplinari, considerando che l’uso dei social è vietato in carcere?
Il brano è stato registrato da dietro le sbarre insieme ad altri ragazzi reclusi, i cui profili Instagram sarebbero – stando a quanto dichiarato – gestiti da persone all’esterno. Il tono della pubblicazione, tuttavia, ha sconvolto amici e familiari di Michelle. Il ragazzo si definisce "The real demon of Rome" e mostra simbolicamente delle catene. In una storia Instagram scrive: "Ep fatto tra le sbarre, u want that?".
Tra i versi della canzone: "Scusa mamma, sono chiuso in bagno e fumo una condanna", e ancora: "Quando piangi al colloquio ti do un bacio. A questo dolore non c’è rimedio". Nessuna parola, però, è rivolta a Michelle o alla sua famiglia.
Claudia Di Brigida, legale della famiglia Causo, ha annunciato a Fanpage.it l’intenzione di presentare un esposto: "Presenteremo sicuramente un esposto, forse anche oggi stesso. Se fosse accertato che il detenuto sta usando un cellulare con accesso illimitato al social sarebbe molto grave, non penso possa dirsi uno scopo educativo". L’avvocata ha ricordato che già in passato era stato segnalato un utilizzo sospetto dei social da parte del ragazzo, che avrebbe contattato anche amiche di Michelle.
Il direttore del carcere aveva assicurato che non c’erano cellulari a disposizione dei detenuti e che tutto era sotto controllo. Tuttavia, la nuova pubblicazione solleva dubbi inquietanti sul reale monitoraggio della detenzione.
Al quotidiano Il Messaggero, Gianluca Causo ha commentato con dolore e rabbia: "Sta facendo successo sulla morte di mia figlia. È uno sfregio alla sua memoria e alla nostra dignità. Nel brano chiede scusa alla madre, mai una volta a Michelle". E denuncia: "Avevo segnalato tutto un anno fa, ma nessuno mi ha ascoltato. La polizia mi chiude il telefono in faccia, mi dice che ho le allucinazioni".
Tra i messaggi inviati dal ragazzo a persone vicine a Michelle, ci sarebbero frasi agghiaccianti come: "La dovevo fare a pezzi così non l’avrebbero trovata".
Il giovane, condannato a vent’anni di carcere, è stato trasferito dall’istituto penale minorile di Casal del Marmo a Treviso per evitare possibili ritorsioni da parte di altri detenuti. Non sarebbe la prima volta che riesce ad accedere ai social, nonostante il regolamento del carcere lo vieti espressamente. Secondo i genitori di Michelle, avrebbe creato diversi account per osservare i profili delle amiche della ragazza, utilizzando tecniche già denunciate in passato, come l’uso di foto manipolate per minacciare altre giovani.
"Qualcuno lo aiuta. O da dentro, o da fuori. Come fa ad avere quei mezzi?" si chiede ancora una volta il padre di Michelle. Intanto un’indagine interna al carcere è in corso da oltre un anno, ma finora non sembrano esserci stati risultati concreti.
Nel frattempo, è stato depositato un disegno di legge a firma Lega che prevede l’oscuramento dei profili social di condannati o indagati per reati gravi, anche se minori. Lo hanno annunciato in una nota congiunta il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari e il senatore Gianluca Cantalamessa, primo firmatario della proposta: "L’obiettivo è impedire che quei profili vengano utilizzati da terzi per esaltare condotte criminali od offendere la reputazione delle vittime e delle loro famiglie". La norma è stata ribattezzata legge Giogiò, in omaggio a Giovambattista Cutolo, giovane vittima di un altro efferato omicidio.
Quanto al caso di Michelle, il capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile, Antonio Sangermano, ha avviato verifiche interne. "Chi ha subito un reato – si legge nella nota – non può e non deve diventare vittima dell’odio o della violenza anche sui social".