Alla Messa del giorno di Natale

Il Papa nell'omelia: "L'umanità provata grida, dalle tende di Gaza ai giovani al fronte" | "Basta guerra, Mosca e Kiev dialoghino"

L'invito del Pontefice ai fedeli: "Non serviamo una parola prepotente, ne risuonano già dappertutto"

25 Dic 2025 - 12:40

Nel giorno di Natale, il pensiero di Leone XIV va a chi soffre in ogni parte del mondo. "Cari fratelli e sorelle, poiché il Verbo si fece carne, ora la carne parla, grida il desiderio divino di incontrarci. Il Verbo ha stabilito fra noi la sua fragile tenda. E come non pensare alle tende di Gaza - ha detto il pontefice - da settimane esposte alle piogge, al vento e al freddo, e a quelle di tanti altri profughi e rifugiati in ogni continente, o ai ripari di fortuna di migliaia di persone senza dimora, dentro le nostre città?"

"Tanti fratelli e sorelle non hanno parola spogliati della loro dignità e ridotti al silenzio - ha ricordato il Papa nella messa di Natale - La carne umana chiede cura invoca accoglienza e riconoscimento, cerca mani capaci di tenerezza e menti disposte all'attenzione" e citando papa Francesco aggiunto: "Gesù vuole che tocchiamo la miseria umana, che tocchiamo la carne sofferente degli altri".

La prima messa di Natale di papa Leone XIV

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E ancora: "Il Vangelo non nasconde la resistenza delle tenebre alla luce, descrive il cammino della Parola di Dio come una strada impervia, disseminata di ostacoli. Fino a oggi gli autentici messaggeri di pace seguono il Verbo su questa via, che infine raggiunge i cuori: cuori inquieti, che spesso desiderano proprio ciò a cui resistono. Così il Natale rimotiva una Chiesa missionaria, sospingendola sui sentieri che la Parola di Dio le ha tracciato" ha continuato il Pontefice.

"Non serviamo una parola prepotente, ne risuonano già dappertutto - ha proseguito - ma una presenza che suscita il bene, ne conosce l'efficacia, non se ne arroga il monopolio. Ecco la strada della missione: una strada verso l'altro. In Dio ogni parola è parola rivolta, è un invito alla conversazione, parola mai uguale a sé stessa - ha spiegato ancora -. È il rinnovamento che il Concilio Vaticano II ha promosso e che vedremo fiorire solo camminando insieme all'intera umanità, mai separandocene. Mondano è il contrario: avere per centro sé stessi. Il movimento dell'Incarnazione è un dinamismo di conversazione. Ci sarà pace quando i nostri monologhi si interromperanno e, fecondati dall'ascolto, cadremo in ginocchio davanti alla nuda carne altrui".

"Respingere odio e guerre, ognuno può fare la sua parte"

 "Chi non ama non si salva, è perduto", "ecco la via della pace: la responsabilità. Se ognuno di noi a tutti i livelli, invece di accusare gli altri, riconoscesse prima di tutto le proprie mancanze e ne chiedesse perdono a Dio, e nello stesso tempo si mettesse nei panni di chi soffre, si facesse solidale con chi è più debole e oppresso, allora il mondo cambierebbe", ha detto il Papa nel Messaggio natalizio. "Possiamo e dobbiamo fare ognuno la propria parte per respingere l'odio, la violenza, la contrapposizione e praticare il dialogo, la pace, la riconciliazione", si appella il Pontefice.

"Basta guerra in Ucraina, Mosca e Kiev dialoghino"

 "Al Principe della Pace affidiamo tutto il continente europeo, chiedendogli di continuare a ispirarvi uno spirito comunitario e collaborativo, fedele alle sue radici cristiane e alla sua storia, solidale e accogliente con chi si trova nel bisogno. Preghiamo in modo particolare per il martoriato popolo ucraino: si arresti il fragore delle armi e le parti coinvolte, sostenute dall'impegno della comunità internazionale, trovino il coraggio di dialogare in modo sincero, diretto e rispettoso", ha detto il Papa nel Messaggio natalizio "Urbi et Orbi".

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