Garlasco, i protagonisti della nuova inchiesta
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Intanto i Poggi chiedono di estendere i prelievi di Dna ai tecnici che hanno analizzato i reperti
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Nel nuovo procedimento sul delitto di Garlasco emergono nuovi dettagli. "Non ci sono tracce del nostro Dna da nessuna parte", sulla scena del crimine, avrebbe detto Stefania Cappa - secondo quanto scritto dal quotidiano "Il Tempo" che riporta una intercettazione. "Vogliono finire in fretta", avrebbe detto Sempio, secondo quanto riportato da "Repubblica" che ha avuto accesso a file audio di altre intercettazioni.
Nella prima intercettazione, riportata dal quotidiano "Il Tempo", Stefania Cappa, una delle gemelle cugine di Chiara Poggi, parla con la mamma dell'allora fidanzato Gregorio. Dopo uno scambio di battute inerenti alle indagini, Stefania Cappa avrebbe informato la donna sull'assenza delle "loro" tracce sulla scena del crimine: "Noi non so se hai visto il tg ma...non c'è traccia di Dna di...non ci sono le nostre tracce da nessuna parte". Era il 6 settembre 2007, Chiara Poggi era stata uccisa da tre settimane, il 13 agosto.
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In un'altra intercettazione mai trascritta su Andrea Sempio, riportata da "La Repubblica" che ha avuto accesso ai file audio, emergono parole sulla volontà degli inquirenti che sarebbero decisi a chiudere in fretta il caso. Lo affermerebbe il 37enne durante una chiacchierata con il padre e mentre parla con un soggetto non identificato nella sua Suzuki. In particolare Sempio risponde al padre Giuseppe sull'interrogatorio avvenuto nel 2017 (primo procedimento su di lui poi archiviato): "Mi ha chiesto cosa facevamo a casa dei Poggi, io ho detto che giocavamo nelle due sale, giù e sopra....". "Comunque secondo me erano abbastanza dalla mia". Un concetto ribadito anche quando Sempio è a colloquio con il soggetto non identificato sulla sua Suzuki. Il volume della voce è basso, il soggetto lo si fatica a percepire, però basta aguzzare un poco l'udito, scrive il quotidiano, per sentire: "Abbastanza dalla nostra parte, tra virgolette. Si vede che anche loro c'hanno voglia di finirla in fretta".
Intanto i Poggi, attraverso il loro consulente Marzio Capra, chiedono di estendere i prelievi di Dna ai tecnici che in passato hanno già analizzato i reperti che riguardano l'omicidio di Chiara Poggi. Il genetista forense avanzerà la richiesta di sottoporre a tampone coloro che in passato hanno maneggiato i reperti riesumati e finiti al centro dell'accertamento irripetibile disposto in vista dell'eventuale processo. Ovviamente l'istanza è condizionata, oltre che all'estrapolazione o meno di materiale biologico, al modo in cui i periti della giudice decideranno di procedere.