A "Zona Bianca" Alberto Bonsignore, Direttore di Medicina Legale del Gaslini di Genova, analizza gli ultimi elementi emersi sul caso di Chiara Poggi
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Sul campione genetico di Ignoto 3 nel caso di Garlasco è scontro aperto tra legali, periti e procura: sulla garza in cui è stato trovato il codice genetico sconosciuto Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi, ha sollevato più di un dubbio, ipotizzando possa essere stato contaminato. "Zona Bianca" ha intervistato a tal proposito Alberto Bonsignore, Direttore di Medicina Legale del Gaslini di Genova: "Da quello che abbiamo potuto apprendere - spiega il medico -, nella relazione autoptica si parla di tampone orofaringeo mentre poi sembrerebbe che il prelievo che è stato eseguito, è stato eseguito tramite una garza".
"Abitualmente le garze vengono aperte all'inizio dell'autopsia - continua Bonsignore -, vengono posizionate su un carrellino a disposizione dell'operatore. Mentre il tampone è un tampone che proviene da una chiusura ermetica, sterile, viene utilizzato e poi immagazzinato all'interno del suo contenitore. In termini di contaminazione è più probabile quindi che una garza venga contaminata". Se il procuratore capo di Pavia, Fabio Napoleone, garantisce che il campione non ha subito contaminazione, l'ipotesi di Capra è che possa essere stata contaminata da un altro corpo: "Si tratta di un fatto possibile - spiega Bonsignore al programma di Rete 4 -, perché spesso ci troviamo a operare su due tavoli paralleli".
L'inchiesta e l'iter giudiziario che hanno portato alla condanna di Alberto Stasi a 16 anni, ha sollevato diversi dubbi sulla gestione del corpo. In particolare per quelle impronte digitali trovate prima che i carabinieri scattassero la famosa foto. "Sono andate perse quando il medico legale e ha fatto l'esame necroscopico del corpo, l'ha girato e c'era il sangue della ragazza e si è imbrattato di sangue", ha aggiunto Gennaro Casse, ex comandante dei carabinieri di Vigevano.