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Trieste, i portuali in sciopero: "Battaglia vinta, domenica al lavoro" | Poi il dietrofront: "Il presidio continua e non si molla"

Si conclude il secondo giorno di sit-in. Il presidente dello scalo, Zeno D'Agostino: "Questa situazione non si poteva più tollerare, ho bisogno di un porto che funzioni"

Trieste, la protesta dei portuali contro il Green pass

"Questa prima battaglia è stata vinta": da domenica i portuali di Trieste tornano al lavoro, ma promettono di non fermarsi. ll Coordinamento dei portuali ha reso nota la sua decisione: "Abbiamo dimostrato la forza dei lavoratori e di coloro che li hanno sostenuti nella difesa della democrazia e della libertà individuale". Il comitato è poi tornato sui propri passi, sostenendo in un breve messaggio social che "il presidio continua e non si molla".

Il presidente dello scalo, Zeno D'Agostino: "Questa situazione non si poteva più tollerare, ho bisogno di un porto che funzioni".

 

Nel secondo giorno di sit-in, a metà pomeriggio, i manifestanti erano oltre duemila e altri quattro pullman sono arrivati. A differenza di venerdì, un maggior numero di sostenitori "No pass" si sono aggiunti, sposando la causa dei lavoratori e arrivando anche da altre Regioni.

 

Cori e tamburi - Nel parcheggio antistante il varco si sono posizionati furgoni e camper, messi a disposizione per chi volesse riposare un po'. Per il resto si sono alternati momenti di cori "no Green pass" e "Libertà" al ritmo di tamburi. Vicino ai tornelli le casse hanno risuonato hit evergreen e i presenti si sono uniti in coro.

 

 

Le attività non si fermano, nonostante la protesta - Il Coordinamento lavoratori portuali di Trieste, organizzatore della protesta ha precisato che l'attività del porto "non si ferma", nonostante la protesta. La conferma è poi arrivata dall'Authority. "Il rallentamento delle attività ha interessato in modo diverso i vari terminal: in alcuni l'operatività è stata bassa, mentre per altri quasi a regime. Le differenze sono attribuibili alla difficoltà di formare delle squadre complete a causa dell'assenza di una parte dei lavoratori".

 

 

Puzzer: "Se il 30 non ritirano il Green pass, blocchiamo Italia" - Secondo il leader del Clpt, Stefano Puzzer, "è andato a lavorare attorno al 40% dei portuali su circa un migliaio. Di questo penso che il 10% sia senza Green pass". Se il 30 ottobre "non otteniamo il ritiro del Green pass, bloccheremo tutta l' Italia", ha tuonato. "Diverse aziende del Porto - ha sostenuto il Coordinamento in una nota - starebbero violando la normativa sull'obbligo del possesso ed esibizione della certificazione verde per lavorare".

 

Nella nota, inviata a Prefettura, Questura, Asugi, Autorità portuale e Ispettorato del lavoro, si chiede di verificare la fondatezza di quanto sostenuto, invitando eventualmente "ad applicare le misure previste dalla normativa". Ed è poi durante una conferenza stampa che un lavoratore sprovvisto di Green pass viene raggiunto al telefono da Puzzer e ammette di essere comunque sul posto di lavoro. Dopo un controllo, il giovane è stato allontanato.

 

 

Il grido di Enrico Montesano - All'agitazione hanno partecipato portuali, contraddistinti dalla pettorina, famiglie con bambini e sostenitori di varie età. E' arrivato, tra gli altri, anche Enrico Montesano: "Il Green pass è una cosa inutile, che nulla ha a che vedere con la sanità, ma che è una questione politica. Il Green pass è l'inizio di un controllo personale e individuale. La classe operaia sta sempre un passo avanti".

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