svolta nelle indagini

Ex postino scomparso a Gorizia, le ossa trovate in giardino sono le sue

Le analisi sull'arcata dentale rinvenuta nella villetta di Sagrado dove viveva hanno confermato che si tratta di Vito Mezzalira

03 Dic 2025 - 11:57
 © Da video

© Da video

Svolta nelle indagini sulla scomparsa di Vito Mezzalira, di 66 anni, ex dipendente di Poste italiane, scomparso nell'estate 2019: sono suoi i resti rinvenuti, a inizio mese, nel giardino della sua casa a Sdraussina, frazione di Sagrado (Gorizia), dove viveva una volta andato in pensione. Gli esami effettuati sull'arcata dentale rinvenuta, insieme ad altri resti ossei, nel pozzo della villetta hanno confermato che appartengono all'uomo, triestino originario di Modena. A riportarlo è il quotidiano Il Piccolo. I tre indagati, la ex convivente Mariuccia Orlando, il fratellastro di lei Moreno Redivo, e il figlio della donna Andrea Piscanec, devono rispondere dell'ipotesi di reato di concorso in omicidio volontario, concorso in sottrazione di cadavere e truffa aggravata e continuata, in questo caso per il ritiro della pensione di Mezzalira anche dopo la sua scomparsa.

La corrispondenza dei resti con Vito Mezzalira è stata stabilita dalle impronte di denti e mandibola. Sarà, però, l'autopsia, il cui incarico sarà conferito il 16 dicembre, a ufficializzare l'identità. E l'esame autoptico sarà effettuato, per conto della Procura, dal direttore della Medicina legale dell'Università di Trieste, Stefano D'Errico, e da Manuel Gianvalerio Belgrano, direttore della Struttura complessa di Radiologia dell'Azienda sanitaria giuliano isontina di Trieste. L'esame si preannuncia comunque difficile a causa del cattivo stato di conservazione dei resti.

Anche i legali delle tre persone indagate per omicidio volontario e occultamento di cadavere - la compagna dello scomparso, il figlio e il fratello di lei - hanno annunciato la partecipazione con propri periti agli accertamenti medico legali.

Alla scoperta del cadavere, che sarebbe rimasto sepolto nel pozzo, all'interno di alcuni sacchi e coperto da una colata di cemento, per oltre sei anni, si era giunti analizzando le immagini satellitari di Google Earth, che avevano rivelato proprio l'esistenza, nel 2019, di un pozzo, successivamente sigillato con il cemento, sul retro dell'abitazione

Ti potrebbe interessare