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Ferrara, 157 italiani primi in lista per le case popolari | La Curia: "Non si escluda nessuno per razza o nazionalità"

Salvini approva la decisione della giunta leghista: "Complimenti al sindaco Alan Fabbri, a Ferrara si danno le case agli italiani"

Ansa

E' polemica a Ferrara sull'ultima graduatoria per assegnare le case popolari. Dopo la modifica del regolamento della giunta leghista, nelle prime 157 posizioni ci sono tutte famiglie italiane. Immediato l'intervento della Chiesa locale di Ferrara-Comacchio: "La speranza è che nessuna famiglia sia stata esclusa per razza e nazionalità". Mentre Matteo Salvini: "A Ferrara si danno le case agli italiani. Dalle parole ai fatti". Il sindaco Fabbri: "Finalmente equità sociale". 

L'Associazione studi immigrazione impugnerà l'atto - Ma l'Associazione giuridica degli studi sull'immigrazione ha già annunciato che impugnerà l'atto. I primi 157 in graduatoria si contano su 259 domande accolte in via definitiva, 473 con riserva e 14 escluse e comprendono anche nuclei stranieri che hanno acquisito la cittadinanza. La 32esima graduatoria, quella appena definita, è la prima formulata in base ai nuovi criteri. 

 

Il sindaco: "Risultato rivoluzionario" - Dopo la compilazione dell'elenco con 157 italiani in situazione di necessità nelle prime posizioni, il sindaco Alan Fabbri ha parlato di un "risultato rivoluzionario" raggiunto grazie alla valorizzazione della residenzialità storica dei richiedenti e all'apertura dell'accesso agli alloggi Acer a nuove categorie di assegnatari.  

 

La Curia: "Non si escluda nessuno" - L'arcidiocesi ferrarese guidata da monsignor Gian Carlo Perego commenta così la graduatoria: "Esprimiamo soddisfazione per le 157 famiglie che hanno ottenuto una casa. Ma se fosse accaduto che qualcuno sia stato escluso per ragioni di razza e nazionalità, il nuovo bando non aiuta a costruire la città di domani, che non potrà che vedere convivere persone di diversa provenienza con nuove risorse ed esperienze, di cui ha bisogno il futuro di una città, diversamente destinata a morire più che ad attrarre nuove persone e famiglie". 

 

Fabbri: "Equità sociale" - Punta invece proprio sulla "equità sociale" ristabilita il primo cittadino, dicendo che tale equità "era stata cancellata dai finti buonisimi delle amministrazioni Pd". "Noi invece - scandisce Fabbri - abbiamo garantito il diritto alla casa alle famiglie che da più tempo risiedono nel nostro Comune che erano da anni penalizzate".  Nello stesso modo si esprime Salvini: "Mentre il Pd di Bonaccini lascia vuoti quasi 4mila alloggi popolari in tutta la Regione, a Ferrara la giunta dà le case agli italiani".

 

"Valorizziamo chi vive da più tempo nella nostra città" - "Il criterio della residenzialità storica valorizza chi da più tempo abita nella nostra città, italiano o immigrato che sia, e chi lavora e vive a Ferrara contribuendo alla sua crescita e al suo sviluppo - riprende il sindaco - assegnando un punteggio per ogni anno di vita a Ferrara. Oltre a questo, abbiamo valorizzato le giovani coppie e i nuclei monogenitoriali, compresi quelli separati con figli, andando incontro a quelle che sono le nuove e reali necessità della popolazione. Abbiamo messo in piedi una rivoluzione dolce che porta con sè un significato importante: la casa popolare non deve più essere considerata un servizio dedicato quasi esclusivamente alle famiglie immigrate, ma un servizio a disposizione di tutti, utile alle famiglie come momento di passaggio che sostiene le famiglie nella ricerca di una autonomia economica futura". 

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