A causa del clima e delle attività umane il terreno sta sprofondando troppo velocemente. De Pascale: “Il governo sblocchi il decreto per le piogge 2024, così il Commissario Curcio potrà intervenire”
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Non solo l'Olanda. Anche Bologna rischia di sprofondare, così come il territorio che la circonda. Come riportato da "la Repubblica", a lanciare l'allarme sono Giovanni Martinelli, ricercatore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, e il geologo Andrea Dadomo, intervenuti al convegno organizzato da Confindustria Emilia-Romagna dal titolo “Verso il nuovo Piano di tutela delle acque attraverso un nuovo modello di gestione”.
Il fenomeno della subsidenza, già noto nei Paesi Bassi, è in continuo aumento anche nel bolognese, dove per cause naturali ma soprattutto fattori legati all’impatto delle attività umane il suolo sta sprofondando troppo velocemente, in alcuni casi al ritmo di oltre 2 centimetri all’anno. Così, di pari passo, aumenta anche il rischio alluvioni. Uno dei problemi - sottolinea "la Repubblica" - è soprattutto l’attività di estrazione delle acque dal sottosuolo: estrarre acqua dagli strati argillosi significa inaridirli in modo definitivo.
Nel corso degli ultimi decenni alcune zone del bolognese sono sprofondate di 3 metri e nonostante oggi, come sottolineato da Irene Priolo, assessora regionale all’Ambiente, si ricorra sempre meno ai prelievi nel sottosuolo, il tema dell’approvvigionamento idrico resta centrale. Le criticità del sistema idrico sono ben rappresentate dall’alternanza di siccità e fenomeni alluvionali. "C’è la necessità – sottolinea Annalisa Sassi, presidente di Confindustria Emilia-Romagna – di realizzare in tempi brevi un piano di interventi infrastrutturali". Per tutelare non solo la popolazione ma anche il tessuto produttivo.
Tra i progetti allo studio degli esperti si auspica la realizzazione di "grandi invasi" che contribuiscano a sopperire al fabbisogno idrico. Dagli anni Settanta a oggi - ricorda "la Repubblica" sono state realizzate solo due dighe: quelle di Ridracoli e di Conca.
A esprimersi sul tema anche il Presidente della regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, che garantisce risposte con il nuovo Piano: "È necessario individuare una strategia unitaria di interventi tra i vari livelli, altrimenti è impensabile uscire da questa situazione. La drammatica lezione delle ultime alluvioni ci ha messo su una strada nuova, serve un approccio di comunità. Speriamo poi che esca il nuovo decreto da parte del governo per gli eventi del 2024". In questo modo anche la gestione di questi eventi sarà affidata al Commissario straordinario alla ricostruzione post alluvione, Fabrizio Curcio.