Come ricostruito a "Zona Bianca", il caso potrebbe creare un precedente
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Per ben 13 volte un automobilista che quotidianamente percorre la tangenziale di Modena ha visto recapitarsi a casa multe per eccesso di velocità rilevate dall'autovelox. Con una recente sentenza però la Cassazione ha annullato le sanzioni definendo l'apparecchio non "omologato". "Le multe sono state prese nel medesimo punto e con il modello T-Exspeed 2", spiega a "Zona Bianca" Claudio Marmiroli, legale dell'uomo.
A bordo di un veicolo o di uno scooter: l'autovelox posizionato all'altezza dell'uscita 6 che porta verso il centro storico del comune emiliano ha pizzicato lo sforamento di velocità oltre i 70 chilometri orari causando per il conducente del mezzo un danno da circa 1.600 euro e la decurtazione di 24 punti della patente. Dopo la bocciatura del giudice di pace e del tribunale di Modena, il ricorso ha trovato esito positivo presso la suprema Corte. "Ci è stato riconosciuto che l'autovelox non fosse conforme all'articolo 142 del Codice della strada", dice il legale.
Già lo scorso luglio un'indagine partita dalla procura di Cosenza che chiedeva approfondimenti sulla regolarità dei rilevatori automatici di velocità aveva portato alla disattivazione di centinaia di modelli. "Le amministrazioni pubbliche avrebbero il dovere costituzionale di spegnere i dispositivi su cui è in dubbio la legittimità", aggiunge l'avvocato Angelo Scavone che sui danni potenziali causati dagli autovelox non omologati aggiunge: "Rischiano di non misurare la velocità con esattezza millimetrica". L'attenzione è ora tutta sulla tangenziale di Modena dove il dispositivo finito sotto indagine - tuttora in funzione - fotografa una media di 120 infrazioni al giorno e potrebbe essere sommersa da una raffica di ricorsi da parte di altri automobilisti multati.