Speciale Il delitto di Garlasco
MENTRE SI ATTENDONO LE ANALISI SUL DNA

Delitto di Garlasco, i nuovi esami riscrivono la dinamica dell'omicidio: gli elementi che potrebbero scagionare Stasi

I risultati dell'ultima perizia: l'aggressione in più tempi e il tentativo di Chiara Poggi di difendersi

26 Ott 2025 - 09:45
 © Italy Photo Press

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La svolta, nelle nuove indagini della Procura di Pavia sull’omicidio di Chiara Poggi, potrebbe essere vicina. Dalla rilettura dell’intero fascicolo d’inchiesta, i magistrati starebbero infatti individuando elementi che andrebbero nella direzione opposta rispetto alle conclusioni giudiziarie definitive, mettendo in dubbio la colpevolezza di Alberto Stasi. Le novità arrivano da una nuova ricostruzione della dinamica dell’aggressione, avvenuta nella villa dei Poggi a Garlasco la mattina del 13 agosto 2007. Secondo quanto scrive il Giornale, in base gli accertamenti in corso coordinati dall’anatomopatologa Cristina Cattaneo, l’omicidio non si sarebbe consumato in un’unica fase, ma in più momenti distinti, durante i quali Chiara avrebbe avuto modo di tentare una difesa. Un dettaglio cruciale che sposterebbe in avanti di diversi minuti l’orario del delitto, rendendo incompatibile la presenza di Stasi sulla scena del crimine.

Le nuove analisi si basano su un incrocio di dati: la controperizia autoptica condotta dalla Cattaneo, lo studio delle tracce di sangue effettuato dai Ris di Cagliari e le analisi antropometriche realizzate di recente su Andrea Sempio. Dai risultati preliminari emergerebbe che l’orario della morte non coinciderebbe con la finestra tra le 9:12 e le 9:35, sulla quale si erano basate le sentenze di condanna. Secondo quelle ricostruzioni, Stasi avrebbe avuto appena ventitré minuti per uccidere Chiara, lavarsi, tornare a casa e riaccendere il computer. Ma nessun riscontro medico-legale avrebbe mai confermato tale tempistica: le prime analisi, anzi, collocavano il decesso intorno alle 11 del mattino. Se invece la durata dell’aggressione risultasse più lunga, come suggeriscono i nuovi accertamenti, l’alibi di Stasi risulterebbe molto più solido.

Il quadro investigativo potrebbe completarsi con l’esito dell’analisi del Dna recuperato dai margini ungueali di Chiara Poggi. L’esame è stato affidato alla genetista Denise Albani della Polizia Scientifica di Milano, nominata dalla Procura di Pavia. Nei prossimi giorni si dovrebbe chiarire se il profilo maschile ignoto trovato sotto le unghie della vittima npossa corrispondere a quello di Andrea Sempio, prelevato il 13 marzo. Secondo gli inquirenti, il risultato potrebbe consentire una ricostruzione della scena del delitto più accurata rispetto a quella effettuata 18 anni fa, grazie anche all’uso di software avanzati, e fornire ai carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano gli elementi necessari per chiudere alcune questioni rimaste aperte nel corso delle indagini.

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