Il ministro della Giustizia, a proposito del delitto di Chiara Poggi, ha detto di trovare "irragionevole che dopo una o due sentenze di assoluzione sia intervenuta una condanna, senza rifare l'intero processo"
Per il ministro della Giustizia Carlo Nordio non ci saranno conseguenze per i magistrati della vecchia inchiesta sul delitto di Garlasco. "No, assolutamente", risponde il ministro a precisa domanda, intervenendo su Retequattro a Zona Bianca. "La responsabilità si può avere solo se il magistrato non conosce la legge o dimostra di non conoscere le carte. Per questo, per tutti i processi esiste nei Paesi democratici un doppio o triplo grado di giurisdizione - aggiunge il Guardasigilli -. Si presume infatti che la sentenza possa essere sbagliata".
"Credo che purtroppo in questo momento - spiega ancora Nordio - l'opinione del cittadino nei confronti della giustizia sia abbastanza negativa. Più che colpa dei magistrati è colpa delle leggi. I magistrati amministrano con leggi imperfette che consentono di procrastinare processi all'infinito, anche quando bisognerebbe avere il coraggio di chiuderli".
Pur premettendo di "non potere, non dovere e non volere parlare di vicende in corso", il ministro della Giustizia ha detto di trovare "irragionevole che dopo una o due sentenze di assoluzione sia intervenuta una condanna, senza rifare l'intero processo". Il riferimento è inequivocabilmente ad Alberto Stasi condannato in Appello a 16 anni per omicidio volontario.