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Cybersicurezza, hacker filorussi rivendicano attacchi ai siti italiani

Alla base della rivendicazione dell'attacco, gli hacker hanno citato la posizione dell'Italia sulla guerra in Ucraina

Cybersicurezza, hacker filorussi rivendicano attacchi ai siti italiani - foto 1
IPA

L'Italia registra un altro allarme cybersicurezza, con una nuova ondata di attacchi informatici da parte degli hacker filorussi NoName057(16) a siti del nostro Paese.

Coinvolti, tra gli altri, anche il ministero dei Trasporti, l'Autorità regolatrice dei trasporti e l'Atac di Roma. La polizia postale è intervenuta in supporto e ha riferito che i sistemi informatici stanno tenendo. Alla base della rivendicazione dell'attacco, gli hacker hanno citato la posizione dell'Italia sulla guerra in Ucraina.

 

 

Sul suo canale Telegram, il gruppo di pirati telematici hanno citato i 20 militari ucraini addestrati in Italia sul sistema antimissile Samp-T e le parole di Giorgia Meloni secondo cui non ci sarebbero le condizioni per avviare negoziati sull'Ucraina.

 

 

Hacker contro l'Atac: offline sito e biglietterie

 In mattinata il sito internet dell'Atac, l'azienda del trasporto pubblico di Roma, non è stato raggiungibile, coi servizi di biglietteria offline nelle sedi. Sono stati dichiarati invece operativi i sistemi di gestione della rete e le macchine che emettono biglietti nelle stazioni. Anche l'erogazione del servizio di trasporto è risultata regolare.

 

 

I siti presi di mira

 Tra gli altri siti presi mira ci sono anche quelli del governo, della Camera dei deputati, dei ministeri di Difesa ed Esteri, degli Aeroporti di Bologna e dell'Atm. Gli attacchi, come già nelle precedenti occasioni, sono di tipo Ddos (Distributed denial of service): si punta a rendere indisponibile un sito sovraccaricandolo di richieste di accesso. Sul loro canale i NoNoame hanno postato la solita immagine ironica di un orso che saluta accanto al simbolo della Repubblica italiana. E c'è nuovamente il riferimento al direttore dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Bruno Frattasi: "Frattasi, we're coming".

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