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Covid, Italia prima in Europa per numero di vaccinati con entrambe le dosi | Nell'Unione oltre mezzo milione di morti

In Lombardia gli impianti di sci riaprono il 15 febbraio, ma con capacità ridotta. LʼUe fa autocritica sui ritardi nella consegna dei vaccini

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Nella sua ultima circolare, il ministero della Salute indica che "la seconda dose del vaccino AstraZeneca dovrebbe essere somministrata" a 12 settimane di distanza dalla prima. E mentre in Ue il numero di decessi supera il mezzo milione per coronavirus, l'Italia corre con le vaccinazioni anti-Covid e risulta essere prima in Europa per numero di persone immunizzate. In Lombardia il 15 febbraio riparte lo sci, ma con capacità ridotta.

L'Ue fa autocritica sui vaccini - "Siamo arrivati in ritardo con le autorizzazioni dei vaccini. E siamo stati troppo ottimisti sulla produzione di massa". Dopo i mea culpa negli incontri a porte chiuse con i gruppi parlamentari, il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, approdata sulla graticola della plenaria dell'Eurocamera, non ha lesinato nell'autocritica.    "Forse siamo stati un po' troppo sicuri sul fatto che le quantità ordinate sarebbero state consegnate in tempo", ha ammesso la leader, rilanciando però "sull'obiettivo di immunizzare il 70% della popolazione in Europa entro l'estate".

 

Le lezioni "sono state tratte", ha assicurato Von der Leyen, lanciando ora l'allerta sulla possibile scarsità degli ingredienti dei vaccini, rispetto a cui si sta correndo ai ripari, e indicando come fondamentale il lavoro della task force guidata da Thierry Breton per accrescere la capacità produttiva nell'Unione e rimuovere le storture che allungano i tempi. Un punto, quest'ultimo, anche all'ordine del giorno della riunione degli ambasciatori al Coreper.

 

 

Italia prima in Ue per richiami: 1,2 milioni di vaccinati - Con 1.214.139 italiani vaccinati con entrambe le dosi, l'Italia è ancora il primo Paese europeo per numero di vaccinazioni effettuate, davanti alla Germania (1.024.631) e alla Spagna (838.782). E' invece la Germania, con 3.369.433 dosi, il primo Paese dell'Ue per il totale delle somministrazioni, seguita dal nostro Paese, con 2.899.495 dosi, e dalla Francia, con 2.216.826. Complessivamente, in questa settimana, sono arrivati o arriveranno in Italia quasi 2 milioni di dosi (1.184.520): 510.120 di Pfizer, 132mila di Moderna e 542.400 di AstraZeneca (249.600 già consegnate e 292.800 in consegna tra giovedì e venerdì).

 

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Regioni: "Superare incertezze su campagna vaccini" - Deciso l'intervento delle Regioni, che chiedono al ministero della Salute l'attivazione di un tavolo tecnico con rappresentanti delle Regioni stesse, del ministero, dell'Istituto superiore di Sanità, dell'Agenas e di Aifa per "sgomberare il campo dalle incertezze che stanno creando difficoltà all'andamento della campagna vaccinale contro il Covid 19". E' quanto afferma il coordinatore della Commissione salute della Conferenza delle Regioni e assessore alla Sanità del Piemonte, Luigi Icardi.

 

L'Europa centrale supera il picco, Italia stazionaria - La maggior parte dei Paesi in Europa centrale sta superando il picco della seconda ondata della pandemia di Covid-19, ma per l'Italia non è ancora così. Da alcune settimane il nostro Paese si trova in una situazione stazionaria, dalla quale a livello locale stanno emergendo i primi segnali di un possibile peggioramento, soprattutto per quanto riguarda le terapie intensive. Inoltre la mortalità per coronavirus in Italia è aumentata del 60% rispetto alla prima ondata, mentre la letalità risulta invariata.

 

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Eli Lilly: Fda autorizza gli anticorpi monoclonali dai 12 anni - La Fda (Food and Drug Administration) statunitense ha autorizzato l'uso di emergenza per gli anticorpi monoclonali bamlanivimab 700 mg ed etesevimab 1400 mg congiuntamente. Lo ha annunciato la casa farmaceutica Eli Lilly. La terapia è autorizzata per il trattamento del Covid-19 da lieve a moderato in pazienti di età pari o superiore a 12 anni che sono ad alto rischio. I due medicinali devono essere somministrati insieme con una singola infusione endovenosa il prima possibile dopo un test positivo ed entro dieci giorni dall'insorgenza dei sintomi.

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