I 133 cardinali elettori sono giunti a Roma. Gli orari delle fumate: se nere, alle 12 e alle 19. Se bianche, possono avvenire anche alle 10:30 o alle 17:30
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Oggi, mercoledì 7 maggio, i 133 cardinali elettori si riuniranno nella Cappella Sistina, e dopo la chiusura delle porte con la frase "extra omnes", "fuori tutti", inizierà il Conclave, chiamato a eleggere il nuovo Papa. È attesa per la sera la prima fumata, che quasi sicuramente sarà nera: mai un Papa è stato eletto subito, alla prima votazione. Ecco lo schema e gli orari delle fumate: ogni scrutinio dei cardinali si compone di due votazioni, la prima entro le 12 (con primo voto alle 10:30) e la seconda entro le 19 (con primo voto alle 17:30). Se nera, la fumata potrà avvenire soltanto al termine dei due scrutini, dunque o alle 12 o alle 19. Se bianca, la fumata potrà invece avvenire in qualunque fase, cioè anche al termine dei primi due mini-voti (dunque alle 10:30 o alle 17:30). Il Santo Padre eletto più velocemente nella storia è stato Pio XII, che nel 1939 salì al Soglio Pontificio dopo soli tre scrutini. Tutti i cardinali che prenderanno parte al voto sono già giunti a Roma lunedì, e nella Cappella Sistina sono terminati i lavori. Martedì si è invece riunita l'ultima Congregazione generale. "Nel mondo diviso, un Papa che unisca" è la bussola che secondo i porporati guiderà nella scelta del 267esimo Pontefice della storia della Chiesa cattolica.
Si chiariscono gli orari delle fumate nei giorni del Conclave, per annunciare al mondo l'elezione del nuovo pontefice. Secondo quanto spiegato oggi dal direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni tranne nella giornata di domani, nella quale si prevede una sola votazione e, quindi, una sola fumata intorno alle ore 19, nei giorni successivi ci saranno quattro votazioni (mattina e pomeriggio) e due fumate. Le fumate potrebbero avvenire dalle ore 10.30 o alle ore 12 della mattina e, nel pomeriggio, alle ore 17.30 o 19.00.
"I cardinali elettori sono ammessi de iure in conclave, non è necessario un invito. In alcuni casi viene fatta una verifica, dal cardinale decano attraverso la Nunziatura. In questo caso è stata fatta ed è stato risposto negativamente", cioè che il cardinale non sarebbe arrivato a Roma per motivi di salute. Lo ha detto il direttore della sala stampa vaticana Matteo Bruni parlando del caso del cardinale keniano John Njue che afferma di essere stato escluso dal conclave.
"Le fumate delle 10.30 e delle 17.30 ci saranno solo se queste saranno bianche". Lo ha detto il direttore della sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, rispondendo ai giornalisti.
Con quella di questa mattina si sono conclusi tutti gli incontri delle Congregazioni generali in preparazione del Conclave di domani. Lo ha chiarito il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni che ha poi aggiunto che si sono esauriti, infatti, tutti gli interventi dei porporati previsti.
E' mistero sulla mancata partecipazione del cardinale keniano John Njue al conclave. La diocesi keniana ha smentito infatti l'intervista rilasciata al quotidiano Daily Nation dal cardinale, unico rimasto nel Paese africano, che ha dichiarato di non essere malato, di non aver ricevuto alcun invito e di non conoscere i motivi della sua esclusione dal conclave. L'arcivescovo di Nairobi Philip Anyolo, in un comunicato, ha spiegato che Njue sarebbe eleggibile a partecipare ed è stato ufficialmente invitato tramite la Nunziatura Apostolica in Kenya, ma le sue condizioni di salute non gli permetterebbero il viaggio.
È attesa per mercoledì sera la prima fumata di questo Conclave. I cardinali, dopo l'ingresso nella Cappella Sistina e il giuramento, dovrebbero tenere la prima votazione. La prima fumata, considerato che questo segnale è stato introdotto per la prima volta nel 1914 in occasione dell'elezione di Papa Benedetto XV, è sempre stata nera anche perché, in genere, il primo giro in Sistina è un modo per contarsi. Nella storia recente il Papa eletto più velocemente è stato Pio XII che nel 1939 salì al Soglio Pontificio dopo soli tre scrutini. Più travagliata l'elezione di Giovanni XXIII. Era il Conclave del 1958 e Papa Roncalli fu eletto dopo 11 votazioni. Tra le elezioni più veloci si ricordano quelle dell'ultimo Papa italiano, Albino Luciani, eletto nell'agosto 1978 dopo 4 scrutini, e di Benedetto XVI (anche lui fu eletto al quarto nel 2005). Infine San Giovanni Paolo II. Per l'elezione di Karol Wojtyla furono necessari otto scrutini. Bisogna sottolineare, però, che ogni elezione ha avuto un numero di cardinali crescente: dai 64 del 1878 si è arrivati ai 133 del 2025.
"Percentualmente gli europei sono maggioranza, se fossero uniti sarebbero i più forti, ma non sembra così. Gli europei non sono così uniti. Invece noi asiatici molto probabilmente saremo più compatti per sostenere uno o due candidati. Chi? Vedremo il primo scrutinio, e vedremo quale nome apparirà come candidato di punta, e sono sicuro che uno di loro verrà dall'Asia: e poi avremo qualche discussione domani notte". Così il cardinale Tarcisius Isao Kikuchi, arcivescovo di Tokyo e presidente di Caritas internazionale, intervistato da Repubblica alla vigilia del Conclave. Kikuchi si dice sicuro che il Papa sarà eletto in pochi giorni: "Penso dopo tre giorni, il 9 o il 10, speriamo".
"Di profili ce ne sono diversi, tante personalità che possono essere elette. Almeno cinque o sei, direi. All'inizio mi sentivo un po' inquieto, ma, di colpo, sono molto sereno. Ormai stiamo entrando in Conclave. E sono convinto che il Papa sia già stato scelto dal Signore". Così il cardinale Jean-Paul Vesco, francese di Lione, frate domenicano e arcivescovo di Algeri, intervistato dal Corriere della Sera alla vigilia del Conclave. "Ho l'impressione - aggiunge - che queste settimane ci abbiano fatto diventare il collegio cardinalizio che in realtà non eravamo. Venivamo da tanti Paesi, molti di noi non si erano mai visti. Ora finalmente ci conosciamo. Il clima tra noi cardinale è davvero molto fraterno". Vesco spiega che "ci sono davvero tante persone, la scelta è abbastanza aperta. C'erano i candidati per così dire naturali, quelli che per il loro ruolo e la loro personalità sono già conosciuti. E ci sono pure quelli che intervengono e ti fanno pensare. Ma non c'è nessuno che 'schiacci' gli altri, uno del quale si possa pensare: sarà lui. Eppure accadrà". Secondo l'arcivescovo di Algeri "abbiamo bisogno di un pastore, di un testimone, di un padre. Ai funerali di Francesco, era questo che ci chiedeva la gente: dateci un padre".