Conclave 2025: ecco i volti di tutti i cardinali che voteranno
© Ansa | I Cardinali elettori del Conclave 2025
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Prefetto della Segnatura Apostolica, il cardinale corso è una delle massime autorità giuridiche e diplomatiche della Santa Sede
Dominique Mamberti, nato a Marrakech (Marocco) il 7 marzo 1952 da genitori francesi, è Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica dal 2014. Vescovo e diplomatico di lungo corso, è considerato una delle figure più autorevoli nella gestione dei rapporti internazionali e della giustizia canonica della Santa Sede. Dopo la laurea in diritto pubblico e scienze politiche a Strasburgo e Parigi, si è formato a Roma presso il Pontificio Seminario Francese e la Pontificia Università Gregoriana, conseguendo la laurea in diritto canonico. È stato ordinato sacerdote nel 1981 per la diocesi di Ajaccio (Corsica). Entrato nel servizio diplomatico vaticano nel 1986, ha prestato servizio in Algeria, Cile, Libano, ONU (New York) e nella Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato.
Eletto arcivescovo e nominato nunzio in Sudan e Somalia nel 2002, ha poi servito come nunzio anche in Eritrea. Dal 2006 al 2014 è stato Segretario per i Rapporti con gli Stati, ovvero il "ministro degli Esteri" vaticano, guidando delegazioni della Santa Sede in numerosi contesti internazionali, tra cui l’ONU e l’OSCE. Ha negoziato e firmato diversi accordi bilaterali, tra cui quelli con Capo Verde e Serbia. Nel novembre 2014 è stato nominato Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, la corte suprema della Chiesa cattolica, e nel 2015 anche presidente della Commissione per gli Avvocati. È stato creato cardinale da Papa Francesco nel Concistoro del 14 febbraio 2015, con la diaconia di Santo Spirito in Sassia.
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Il cardinale Mamberti parteciperà al Conclave 2025 con una profonda conoscenza delle istituzioni vaticane, del diritto canonico e della geopolitica ecclesiale. Il suo profilo giuridico-diplomatico rappresenta la continuità della tradizione curiale, con uno sguardo attento ai diritti della Chiesa nelle relazioni con gli Stati.
Potrà avere un ruolo di rilievo nel delineare un futuro pontificato capace di coniugare dottrina, diritto e apertura alle dinamiche globali.