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Compito di cittadinanza: cos’è e come potrebbe funzionare il nuovo elaborato sul comportamento

Previsto dalla riforma del voto in condotta, sarà assegnato agli studenti che ottengono 6 in comportamento. Ecco cosa potrebbe contenere, come sarà valutato e quali sono gli obiettivi educativi

30 Lug 2025 - 19:13
 © ansa

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Chi prende 6 in condotta non verrà automaticamente bocciato. Ma per essere ammesso all'anno successivo, dovrà affrontare un passaggio obbligato: la realizzazione di un "compito di cittadinanza". È una delle novità introdotte dalla riforma del voto di condotta, approvata dal Consiglio dei Ministri e operativa dal 2025/2026. L'obiettivo non è punire, ma responsabilizzare: l'elaborato sarà collegato alle motivazioni del voto e dovrà affrontare temi legati alla cittadinanza attiva, alla convivenza e al rispetto delle regole. In attesa delle linee guida ministeriali, ecco tutto quello che si sa finora su struttura, contenuti e valutazione.

Cos'è il compito di cittadinanza

 Introdotto dalla riforma contenuta nella legge 150/2024, il "compito di cittadinanza" è un elaborato formativo destinato agli studenti che ottengono 6 in condotta alle scuole medie o superiori. In questi casi il giudizio di ammissione viene sospeso: sarà il consiglio di classe a stabilire se ammettere lo studente sulla base dell'esito di questo compito. Non si tratta di un testo standard: ogni elaborato sarà collegato alle motivazioni specifiche che hanno portato al voto basso in comportamento.

Come sarà strutturato: lunghezza, temi e formato

 Le anticipazioni raccolte da testate come Orizzonte Scuola e Tuttoscuola delineano una traccia possibile. Il compito potrebbe avere una lunghezza tra 800 e 1200 parole e dovrà sviluppare uno o più temi di educazione civica, scelti in relazione alla condotta dello studente. Sarà ammesso ogni tipo di elaborato scritto, ma alcune scuole potranno prevedere anche lavori multimediali od orali. I temi possibili includono:

  • riflessione sul rispetto delle regole e delle persone;
  • analisi delle conseguenze di comportamenti aggressivi o irrispettosi;
  • proposta di comportamenti correttivi o attività di volontariato;
  • cittadinanza digitale e uso responsabile della tecnologia.

L'obiettivo è che lo studente riconosca l'errore, ne analizzi l'impatto e prospetti alternative costruttive.

Esempi pratici di compito secondo il comportamento

 Ogni compito sarà personalizzato. Ecco tre esempi concreti basati su scenari frequenti in ambito scolastico:

  • Caso 1: offesa verbale a un docente
    Tema: "Il rispetto dell'autorità e il ruolo degli insegnanti nella comunità scolastica".
    Struttura: spiegazione dell'accaduto, riflessione su emozioni e conseguenze, proposte migliorative.
  • Caso 2: comportamento violento verso compagni
    Tema: "Educazione alla non violenza e gestione dei conflitti tra pari".
    Struttura: analisi del gesto, esempi di alternative pacifiche, impegno personale.
  • Caso 3: uso scorretto del cellulare in classe
    Tema: "Educazione digitale e attenzione durante le lezioni".
    Struttura: descrizione dell'infrazione, rischi dell'abuso digitale, strategie correttive.

Ogni elaborato potrà essere affiancato da attività integrative come letture, progetti o incontri con tutor scolastici.

Chi lo valuta e con quali criteri

 La valutazione dell'elaborato sarà a cura del consiglio di classe, che definirà la griglia di valutazione. I criteri probabili includono:

  • attinenza al tema e coerenza con il comportamento sanzionato;
  • chiarezza espositiva e capacità argomentativa;
  • maturità riflessiva dimostrata;
  • impegno e partecipazione nel percorso.

In base all'esito, lo studente potrà essere ammesso o meno alla classe successiva o all'esame di Stato. La riforma prevede che il "debito formativo comportamentale" sia trattato al pari di una materia curricolare.

Obiettivi educativi della misura

 Il ministro Valditara ha ribadito più volte che la riforma non mira a sanzionare, ma a formare cittadini consapevoli. Il compito di cittadinanza nasce con uno scopo preciso: educare attraverso la responsabilità. Al posto della sospensione classica, si preferisce un momento attivo di riflessione, che può comprendere anche attività di cittadinanza solidale, in collaborazione con enti o associazioni territoriali."Non vogliamo una scuola autoritaria, ma autorevole", ha detto il ministro. Con questo strumento si punta a rafforzare il ruolo educativo della scuola e a ridurre il rischio di recidiva nei comportamenti scorretti.

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