Presi a schiaffi e pugni

Pestaggio omofobo a Catania: fermati due ragazzi, vittime salvate da una ragazza e un netturbino

Un'aggressione violenta in un fast food della città avvenuta il 26 aprile. La Procura di Catania esegue un’ordinanza cautelare per due indagati

06 Ago 2025 - 09:40

Una brutale aggressione omofoba avvenuta in un noto fast food di Catania il 26 aprile è al centro di un'inchiesta condotta dalla Procura distrettuale etnea. Due giovani, di 19 e 21 anni, sono stati raggiunti da un'ordinanza cautelare con l'accusa di violenza privata e lesioni, aggravate dalla finalità della discriminazione per orientamento sessuale. Il provvedimento è stato eseguito dalla squadra mobile, in collaborazione con la sezione investigativa Reati contro la persona. I tre ragazzi aggrediti, tutti omosessuali, sono stati colpiti con schiaffi, calci, pugni e addirittura sgabelli lanciati contro di loro, come ricostruito dagli inquirenti. Le conseguenze fisiche riportate vanno da sette a ventuno giorni di prognosi. L'intervento di una giovane presente nel locale, che ha utilizzato uno spray al peperoncino, e di un operatore ecologico che ha disarmato un aggressore armato di casco, ha evitato conseguenze ben più gravi. Il 21enne era già detenuto per altra causa.

L'inchiesta della Procura e l'ordinanza cautelare

 L'ordinanza, disposta dal gip su richiesta della Procura distrettuale di Catania, prevede l'obbligo per i due indagati di rimanere nella propria abitazione dalle ore 21 alle ore 6 del mattino seguente. La misura è stata eseguita dalla polizia, che ha notificato il provvedimento al 21enne direttamente in carcere, dove si trovava detenuto per un'altra causa. L'altro giovane è stato raggiunto presso il proprio domicilio. Le accuse mosse nei loro confronti sono gravi e riguardano reati che, secondo le indagini, sono stati commessi con l'aggravante della discriminazione basata sull'orientamento sessuale delle vittime. Secondo la Procura, l'aggressione sarebbe partita da un fastidio manifestato nei confronti di discorsi "di natura omosessuale" intrapresi dai tre giovani all'interno del locale. Un terzo presunto aggressore, minorenne, è attualmente sotto esame da parte della Procura per i minorenni di Catania.

Cosa è successo il 26 aprile

 La vicenda si è consumata la sera del 26 aprile scorso all'interno di un fast food molto frequentato di Catania. I tre giovani, secondo quanto ricostruito, stavano conversando tra loro quando sono stati improvvisamente aggrediti dai due indagati, supportati da un terzo ragazzo, non ancora maggiorenne. Gli aggressori avrebbero reagito con violenza, disturbati dai contenuti dei discorsi delle vittime. La dinamica descritta dagli investigatori parla di “schiaffi, calci, pugni e lancio di sgabelli”, azioni che hanno causato lesioni ai ragazzi, successivamente refertate con prognosi comprese tra i sette e i ventuno giorni. Le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza interne al locale, i riconoscimenti fotografici eseguiti dalle vittime, le dichiarazioni dei testimoni e le comparazioni effettuate con profili social degli indagati hanno consentito agli investigatori di tracciare una ricostruzione definita "univoca e coerente" dalla Procura.

Il ruolo salvifico della ragazza e del netturbino

 Determinante per evitare esiti ancora più gravi è stato l'intervento di una giovane donna, cliente del locale, che ha reagito con prontezza di spirito. Secondo quanto ricostruito, la ragazza ha estratto dalla borsa uno spray al peperoncino e lo ha spruzzato in aria, rendendo l'ambiente irrespirabile e mettendo in fuga gli aggressori. Contestualmente, un operatore ecologico di passaggio è intervenuto per bloccare fisicamente uno dei responsabili, che in quel momento stava colpendo uno dei ragazzi a terra con un casco. Entrambi i soccorritori sono stati ascoltati come testimoni dagli inquirenti e le loro versioni hanno fornito un ulteriore supporto alla ricostruzione dei fatti. La Procura ha sottolineato il ruolo chiave di queste due persone nel contenimento della violenza e nella salvaguardia dell'incolumità delle vittime.

Non è la prima volta che simili episodi di intolleranza si verificano in Italia. Ad esempio si è recentemente verificato un caso analogo a Foggia dove è stata compiuta una brutale aggressione omofoba in centro città che ha scosso l'opinione pubblica. Anche Roma ha registrato episodi gravi: una coppia gay è stata colpita con calci e pugni, vittima di un attacco omofobo in pieno giorno. A Sperlonga, invece, due ragazze sono state aggredite solo per essersi tenute per mano in pubblico, confermando quanto siano ancora diffuse le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale anche nei piccoli centri urbani.

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