Il caso

Catania, aveva dato del lecchino al capo: la Cassazione conferma il licenziamento

Il tribunale di Catania aveva ritenuto che il licenziamento fosse "sproporzionato", mentre la Corte d'Appello aveva giudicato quanto detto dalla donna una "giusta causa di licenziamento" in base al contratto nazionale del lavoro

29 Lug 2025 - 18:56
 © Tgcom24

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La Cassazione civile-sezione lavoro ha confermato il licenziamento di una donna che aveva dato del "leccaculo" al suo capo. Lo riporta l'agenzia di stampa Agi, la quale aggiunge che, in primo grado, il tribunale di Catania aveva annullato il licenziamento, risalente al 28 novembre 2018, mentre la Corte d'Appello lo aveva ritenuto legittimo. Nel giudizio della Cassazione ha pesato anche un precedente disciplinare della donna nello stesso luogo di lavoro. 

In particolare, il tribunale di Catania aveva ritenuto che il licenziamento fosse "sproporzionato". La Corte d'Appello aveva invece giudicato quanto detto dalla donna una "giusta causa di licenziamento" in base al contratto nazionale del lavoro. Quest'ultimo, infatti, prevede la massima sanzione in casi di "litigi di particolare gravità, ingiurie, risse sul luogo di lavoro" e per "grave insubordinazione". 

La dipendente aveva fatto ricorso in Cassazione, chiedendo di considerare che, come riporta sempre Agi, "il suo era stato un comportamento circoscritto a quell'episodio e che non avrebbe compromesso in modo irrimediabile il vincolo fiduciario col capo 'anche alla luce di elementi quali la longevità del rapporto di lavoro e l'asserito stato di disagio psicofisico della lavoratrice'". Disagio per il quale non c'erano prove, ha spiegato la Cassazione nell'ordinanza, nella quale ha inoltre sottolineato "il contesto in cui il licenziamento è stato pronunciato cioè la reazione a una disposizione del superiore gerarchico, la presenza di un'altra dipendente, che ne ha accentuato la gravità e la platealità e la sussistenza di un atteggiamento di sfida e disprezzo verso l'autorità".  

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