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Cassino (Frosinone), donna uccisa a coltellate: fermato un 26enne

La polizia ha setacciato i terreni a ridosso dell'abitazione, alla ricerca dell'arma del delitto. Si sospetta che sia stata sotterrata. Il fermato è stato "incastrato" da un'impronta con sangue

Cassino (Frosinone), donna uccisa a coltellate: fermato un 26enne - foto 1
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Svolta nel caso della donna uccisa a Cassino: gi investigatori e la Squadra Mobile di Frosinone hanno fermato nella notte un uomo, il 26enne Sandro Di Carlo, residente nella cittadina con l'accusa di essere l'assassino di Yirelis Pena Santana, la dominicana di 34 anni trucidata con una dozzina di coltellate sabato mattina nell'appartamento dove abitava da circa tre settimane.

Il fermato è il titolare di una piccola impresa agricola, preso nella sua abitazione. Gli investigatori sono arrivati all'uomo seguendo le tracce lasciate dallo stesso sul luogo del delitto.

 

Per tutta la serata il personale della polizia di Stato ha setacciato i terreni a ridosso dell'abitazione, alla ricerca dell'arma del delitto; si sospetta che sia stata sotterrata nei campi.

 

Colpita da 10-12 fendenti

 La donna è stata colpita da una decina di fendenti, forse dodici o anche di più, inferti con un coltello ben affilato e dalla lama non seghettata. L'assassino ha mirato al volto e al collo, centrando anche le braccia della 34enne, alzate per difendersi. Resta da chiarire se l'omicida sia arrivato armato o se abbia preso il coltello nella cucina dell'appartamento al secondo piano di via Pascoli 104 dove è stato trovato il cadavere sfigurato della donna.

 

L'allarme è stato dato da un vicino di casa

 A dare l'allarme è stato un vicino di casa, connazionale della vittima: "Mentre scendevo per andare al bar ho notato la porta accostata ma ho pensato che la mia vicina fosse andata al supermercato - ha raccontato -. Verso le 13:30 sono tornato perché eravamo d'accordo che avrei controllato la linea del gas, la porta era ancora accostata, ho bussato ed ho aperto chiedendo se qualcuno fosse in casa. Ho visto il sangue sul pavimento all'ingresso: sono scappato e ho chiamato la polizia". Il corpo era disteso sul letto, seminudo.

 

Fermato tradito da un'impronta con sangue

 L'assassino ha "firmato" il delitto, lasciando un'impronta digitale intrisa di sangue sul luogo del massacro. Quell'impronta era già negli archivi della polizia. Gli investigatori sono risaliti così a Sandro Di Carlo, figlio di un imprenditore edile di Cassino. Il giovane è stato fermato a Roccasecca, sull'autobus di linea con il quale stava rientrando da Roma. Gli investigatori lo tenevano d'occhio già da ore, seguendo passo dopo passo i suoi spostamenti. Una volta arrivato allo scalo ferroviario, quattro pattuglie hanno circondato il bus e catturato il sospettato. Poi hanno raggiunto la casa dove abita, una pertinenza della villa in cui abitano i genitori. Gli agenti sono arrivati a lui seguendo le tracce lasciate sul luogo del delitto. Molte tracce: soprattutto quelle nel bagno dove l'assassino si è lavato con cura il sangue che aveva addosso; poi ha cercato di pulire tutto, ma a un certo punto ha desistito, lasciando molti reperti che sono stati acquisiti dagli inquirenti e che sono stati inviati ai laboratori per le analisi del Dna. Rilevate anche tracce informatiche legate al traffico telefonico e impronte digitali.

 

La vittima aveva tre figli

 Per gli investigatori è chiaro che, in passato, dentro l'alloggio ci si prostituisse. Negli archivi della polizia, infatti, ci sono diverse segnalazioni sulle continue frequentazioni di quell'abitazione. Nessun elemento dice, però, che la donna uccisa, che la occupava da poche settimane, fosse una prostituta. Proveniva da Vercelli e ai pochi che l'avevano conosciuta aveva detto di avere tre figli ma non aveva raccontato molti dettagli della sua storia.

 

Trovato il cellulare della vittima

 Nella stanza c'era ancora il cellulare della vittima: è stato affidato a un esperto della Squadra Mobile di Frosinone per estrarre il traffico con tutte le telefonate e i messaggi, soprattutto quelli scambiati nelle ultime ore di vita. Altri agenti stanno esaminando le immagini delle telecamere attive nella zona. Gli inquilini di via Pascoli sono stati ascoltati a uno ad uno: nessuno ha sentito rumori particolari durante la mattinata, né notato movimenti sospetti.

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