L’inchiesta

Bomba contro il giornalista Ranucci: ipotesi criminalità e ultras, indaga l'Antimafia

L'ordigno ha semidistrutto le auto del conduttore di Report davanti alla sua villetta a Pomezia. Al vaglio la pista dell’intimidazione per le inchieste giornalistiche

19 Ott 2025 - 07:45
 © Tgcom24

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L'attentato con una bomba contro il giornalista Sigfrido Ranucci non viene considerato un semplice atto vandalico: per gli inquirenti si tratta con ogni probabilità di un'intimidazione legata alla sua attività giornalistica. L'ordigno è esploso giovedì sera a Campo Ascolano, vicino Roma, danneggiando le auto del conduttore di Report. Le indagini sono state affidate alla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, che lavora insieme ai carabinieri del Nucleo Investigativo e ai RIS per ricostruire dinamica e movente. Al vaglio più piste, tutte collegate a contesti già affrontati dalla trasmissione di Ranucci: ambienti della criminalità organizzata locale, frange dell'estrema destra e del tifo ultras. Elementi che lo stesso Ranucci avrebbe riportato durante le audizioni in procura. "Potrebbe essere un avvertimento per un'inchiesta ancora non trasmessa, ma che si ricollega a ciò che abbiamo già raccontato", ha dichiarato il giornalista. L'episodio ha sollevato forte allarme nel mondo istituzionale e nella società civile: da più parti si parla di un "attacco diretto alla libertà d'informazione".

L'esplosione davanti casa: cosa è successo a Pomezia

 L'ordigno è esploso nella notte di giovedì, causando gravi danni a due vetture parcheggiate all'esterno della residenza di Ranucci. La deflagrazione ha distrutto i veicoli e spaventato i residenti della zona. Le prime testimonianze raccolte dai carabinieri parlano di un uomo incappucciato, completamente vestito di nero, avvistato mentre si allontanava a piedi in direzione di un prato, dove lo attendeva probabilmente un complice a bordo di un'auto. Le immagini registrate da una videocamera posizionata a circa 50 metri dall'abitazione potrebbero fornire elementi utili per l'identificazione dei responsabili. A poca distanza dal luogo dell'attentato è stata rinvenuta una Fiat 500 risultata rubata: anche su questo elemento si concentrano le verifiche del RIS. La ricostruzione della dinamica e il tipo di materiale utilizzato per l'esplosione potrebbero rappresentare la "firma" degli esecutori materiali.

Le ipotesi investigative: mafia, ultras e minacce pregresse

 La Direzione Distrettuale Antimafia, guidata dal procuratore Francesco Lo Voi, sta analizzando il contesto investigativo con attenzione. Le piste seguite conducono a una possibile rete criminale composta da soggetti legati alla malavita locale, al tifo organizzato più estremo e ad ambienti dell'ultradestra. Un testimone ha riferito di aver visto un uomo incappucciato aggirarsi nella zona poco prima della deflagrazione. Non è la prima volta che Ranucci riceve minacce. Le sue inchieste, spesso centrate su intrecci tra politica, affari e crimine organizzato, sono finite più volte nel mirino. "Potrebbe essere un avvertimento per qualche inchiesta futura – ha dichiarato – ma che si riallaccia a cose già raccontate in passato".

L'uomo incappucciato e la Fiat rubata: i punti oscuri

 Un dettaglio ritenuto significativo dagli investigatori riguarda la testimonianza di una persona che avrebbe visto un soggetto vestito di nero allontanarsi rapidamente dalla zona dell'attentato. Potrebbe trattarsi dell'esecutore materiale. Si ipotizza che l'uomo sia fuggito attraverso un prato, dove lo attendeva un complice a bordo di un'auto. A breve distanza dal luogo dell'esplosione è stata ritrovata una Fiat 500 risultata rubata. Gli specialisti del RIS la stanno analizzando insieme ai frammenti dell'ordigno, nella speranza di rilevare impronte digitali, residui biologici o componenti riconducibili a precedenti episodi. La modalità d'azione fa pensare a soggetti del territorio, ben informati sulle abitudini della vittima.

Scontro politico dopo l'attentato: Meloni e Schlein si accusano

 La vicenda ha immediatamente innescato uno scontro tra maggioranza e opposizione. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha parlato di "libertà e democrazia a rischio" quando "l'estrema destra è al governo", facendo diretto riferimento all'esecutivo guidato da Giorgia Meloni. La replica della premier è stata durissima: "Un delirio. Dovrebbe vergognarsi. Diffonde menzogne". Entrambe le leader hanno fatto riferimento all'attacco subito da Ranucci, con la presidente del Consiglio che ha parlato di un “atto gravissimo”, ma senza citare eventuali responsabilità ambientali o ideologiche.

Ranucci protetto, ma la redazione non si ferma

 Nel frattempo, è stata potenziata la scorta del giornalista, che si muove ora su un'auto blindata. Ranucci ha voluto ringraziare pubblicamente per "le incredibili manifestazioni di solidarietà" ricevute nelle ore successive all'attentato. Venerdì, davanti alla sua abitazione, si è tenuto un sit-in al quale hanno partecipato circa 400 persone tra cittadini, rappresentanti di categoria e colleghi. La redazione di Report ha fatto sapere che le puntate già in lavorazione non subiranno modifiche. Le indagini proseguono su più fronti. Per ora, nessuna rivendicazione è arrivata, ma gli inquirenti non escludono che elementi determinanti possano emergere nei prossimi giorni dalle analisi tecniche in corso.