Alimento vietato

Bari, miele al neonato che rischia di morire per botulismo infantile: salvato dai medici

Il piccolo, di appena sei mesi, è stato ricoverato d’urgenza all’ospedale Giovanni XXIII

07 Ott 2025 - 15:13
 © Gemini

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Un neonato di sei mesi ha rischiato la vita a causa di una rara forma di botulismo infantile, una condizione che potrebbe essere stata scatenata dal consumo di miele, alimento sconsigliato nei primi dodici mesi di vita. Il caso si è verificato a Bari, dove i medici dell'ospedale pediatrico Giovanni XXIII sono riusciti a diagnosticare tempestivamente la patologia e ad attivare il protocollo di emergenza per ottenere l'antitossina specifica. Grazie all'intervento rapido e coordinato di infettivologi, rianimatori, Istituto Superiore di Sanità e Centro Antiveleni di Pavia, il piccolo è stato curato e ora è tornato a casa con i genitori.

La diagnosi immediata e il trasferimento del siero salvavita

 Il ricovero è avvenuto il 22 settembre, quando il neonato ha mostrato i primi segnali preoccupanti: paralisi delle pupille, ridotta reattività agli stimoli e progressiva debolezza muscolare. I medici del reparto di infettivologia, rilevando i sintomi compatibili con il botulismo infantile, hanno subito attivato la Control Room dell'Azienda ospedaliero-universitaria barese per richiedere il siero salvavita.
Il farmaco, disponibile solo in alcuni centri di riferimento nazionali, è stato ottenuto grazie al coordinamento con l'Istituto Superiore di Sanità e il Centro Antiveleni di Pavia. Per velocizzarne il trasferimento a Bari è stato necessario l'intervento della polizia, che ha garantito la consegna del siero entro 24 ore. Il bambino è stato quindi trasferito in terapia intensiva, dove è stato monitorato e trattato in ambiente protetto. Il 29 settembre è uscito dalla terapia intensiva e, dopo un periodo di osservazione, è stato dimesso.

Botulismo infantile: una minaccia rara ma grave

 Il botulismo infantile è una forma di intossicazione causata dalla tossina prodotta dal batterio Clostridium botulinum. Nei neonati, la flora intestinale ancora immatura può favorire la crescita del batterio a partire da spore ingerite accidentalmente. I sintomi si manifestano generalmente da tre a trenta giorni dopo l'esposizione e includono stipsi, ptosi palpebrale, debolezza generalizzata, difficoltà nella suzione e nella deglutizione, fino a forme gravi con paralisi e compromissione respiratoria.
Sebbene oggi i casi siano rari, la patologia è estremamente pericolosa e richiede una diagnosi precoce e un intervento medico urgente. Secondo l'Ospedale Bambino Gesù di Roma, la mortalità nei casi trattati tempestivamente è inferiore al 5%.

Il ruolo del miele e le raccomandazioni per i genitori

 Come ha spiegato Danny Sivo, direttore sanitario del Policlinico di Bari, "il miele può contenere spore del botulino ed è probabile, in questo caso, che sia stato il fattore che ha provocato l'intossicazione. Nei bambini molto piccoli queste spore possono svilupparsi nell'intestino e diventare pericolose, diversamente da quanto avviene nell'adulto". Per questo motivo, tutte le principali società pediatriche e l'Istituto Superiore di Sanità raccomandano di non somministrare miele ai bambini sotto i 12 mesi. L'avvertimento riguarda anche gli alimenti che lo contengono, come dolci, tisane o prodotti naturali fatti in casa.

Cosa fare in caso di sintomi sospetti nei neonati

 I genitori sono invitati a prestare particolare attenzione a segnali come stitichezza prolungata, debolezza muscolare, difficoltà a nutrirsi, pianto debole o assenza di espressione facciale. In presenza di questi sintomi è fondamentale consultare tempestivamente il pediatra o recarsi in pronto soccorso. Come ha sottolineato Antonio Sanguedolce, direttore generale del Policlinico di Bari, "la tempestività della diagnosi e la multidisciplinarietà della nostra azienda hanno fatto la differenza". Una rete sanitaria efficiente e attiva può infatti trasformare un potenziale evento tragico in un lieto fine.