Al centro la sua Fondazione

Giorgio Armani, aperti i due testamenti segreti dello stilista: scritti di suo pugno prima di morire

I documenti, redatti a mano tra marzo e aprile, sono stati pubblicati dal notaio milanese Elena Terrenghi

11 Set 2025 - 13:56
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Giorgio Armani ha lasciato un'eredità non solo creativa ma anche patrimoniale complessa. Due testamenti scritti di suo pugno, in forma segreta, sono stati pubblicati il 9 settembre, cinque giorni dopo la sua morte, avvenuta a Milano il 4 settembre all'età di 91 anni. Il contenuto dei documenti, affidati al notaio Elena Terrenghi, non è ancora stato divulgato, ma le prime indiscrezioni suggeriscono una possibile centralità della Fondazione Armani nella futura governance della maison. Nel frattempo, Milano si prepara a rendere omaggio al celebre stilista con una grande mostra e le ultime sfilate disegnate direttamente da lui, in programma durante la settimana della moda. Un addio orchestrato con la consueta eleganza, che segna anche i cinquant'anni dell'azienda fondata nel 1975.

Due testamenti scritti di suo pugno: cosa sappiamo finora

 Secondo quanto emerso dall'archivio notarile di Milano, Giorgio Armani ha redatto due testamenti in forma segreta, datati 15 marzo e 5 aprile 2025. Entrambi sono stati scritti di proprio pugno e chiusi in buste sigillate, una forma consentita dalla normativa italiana che richiede l'intervento di un notaio per la pubblicazione. L'apertura è avvenuta il 9 settembre nello studio del notaio Elena Terrenghi, a Milano. Per ora non ne è stato divulgato il contenuto, e non è noto se siano presenti disposizioni relative alla sua successione patrimoniale o alla governance del gruppo. In assenza di coniuge o figli, Armani aveva piena libertà testamentaria, fatto che potrebbe aver inciso sulle scelte relative ai beni e al futuro della maison.

Eredità miliardaria e successione nella maison: cosa può succedere ora

 Il patrimonio personale dello stilista è stato stimato in circa 10 miliardi di euro, tra cui figurano immobili di grande valore come un attico a New York, la storica villa di Forte dei Marmi e la recente acquisizione della Capannina. Già nel 2023, Armani aveva aggiornato lo statuto societario dell'azienda, introducendo sei categorie di azioni con diritti di voto differenti. Secondo indiscrezioni, le azioni di categoria A e F, quelle con maggiore potere decisionale, potrebbero essere destinate alla Fondazione Armani, da lui stesso istituita. Si tratterebbe di un modo per garantire continuità e stabilità alla maison, evitando la frammentazione del controllo. La struttura aziendale, infatti, appare studiata per resistere a pressioni esterne e mantenere l'indipendenza, un principio che lo stilista ha sempre difeso con fermezza.

Sfilate e mostra a Milano: l'ultimo saluto "in stile Armani"

 Nonostante la scomparsa del fondatore, la maison Armani ha confermato lo svolgimento delle sfilate previste alla Milano Fashion Week, in programma dal 23 al 29 settembre. La collezione Emporio Armani sarà presentata il 25 settembre al Teatro Armani di via Bergognone, mentre la linea Giorgio Armani sfilerà il 28 settembre a Palazzo Brera. A rendere l'omaggio ancora più significativo sarà l'apertura della mostra celebrativa per i 50 anni della maison, fissata per il 24 settembre alla Pinacoteca di Brera. L'esposizione, ideata personalmente da Giorgio Armani, includerà circa 150 abiti selezionati dall'archivio della casa di moda. Un viaggio attraverso mezzo secolo di stile, dai completi destrutturati degli anni Settanta agli iconici capi del power dressing femminile, fino ai look amati dalle star di Hollywood. Una testimonianza viva dell'estetica sobria ed elegante che ha fatto scuola, tanto da introdurre nella lingua italiana l'aggettivo "armaniano".

Iscrizione al Famedio, ma nessuna via a suo nome: la decisione del Comune

 A pochi giorni dalla scomparsa, il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha confermato che la famiglia Armani ha dato il consenso per l'iscrizione dello stilista al Famedio del Cimitero Monumentale, il pantheon dei cittadini illustri. La cerimonia si terrà, come da tradizione, il 2 novembre. Diversa invece la questione legata all'intitolazione di una via o di un luogo della città: nonostante la richiesta avanzata dal gruppo Noi Moderati, Sala ha ricordato che “la regola resta quella dei dieci anni” prima di procedere con intitolazioni ufficiali. È lo stesso criterio adottato per figure come Umberto Veronesi. Un atto di rispetto istituzionale che, pur nel dolore della perdita, garantisce parità di trattamento e tempi adeguati per le commemorazioni.

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