Il caso

Abusi sessuali in ospedale a Piacenza, l'Ausl rescinde il contratto di lavoro con il primario arrestato

Firmata delibera "per giusta causa ai sensi dall'articolo 2119 del Codice civile", comunica il responsabile della struttura. Per il professionista è stata disposta un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari

08 Mag 2025 - 15:58
 © Istockphoto

© Istockphoto

L'Ausl di Piacenza ha rescisso il contratto di lavoro con il primario dell'Ospedale Civile che è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale aggravata ai danni di dottoresse e infermiere e di atti persecutori nei loro confronti. Lo riporta IlPiacenza, il quale aggiunge che "la direttrice Paola Bardasi ha firmato nelle ore scorse la delibera per giusta causa ai sensi dall'articolo 2119 del Codice civile. Il provvedimento, tuttavia, non è stato pubblicato sull'albo pretorio dell'azienda". Per il professionista è stata disposta un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari.

La nota

 "Esprimiamo piena solidarietà e vicinanza alle vittime. Il rispetto e la tutela della persona sono da sempre principi fondanti della nostra missione: ogni atto che possa ledere la dignità, la libertà o la sicurezza di chi lavora o si cura nelle nostre strutture è inaccettabile". È quanto si legge in una nota diffusa dall'Ausl dopo l'arresto del primario. 

"La direzione dell'Azienda Usl di Piacenza esprime piena fiducia nel lavoro della magistratura - prosegue nella nota - e ha sempre collaborato con le autorità competenti, attivandosi per fornire ogni elemento utile a ricostruire i fatti. Su indicazione della Procura, abbiamo agevolato in ogni modo il lavoro degli inquirenti, garantendo condizioni ottimali per lo svolgimento delle indagini". "La direzione aziendale - si legge ancora nella nota - è impegnata a completare, con la massima celerità, tutte le azioni necessarie a tutela delle persone coinvolte e ad adottare i provvedimenti previsti nei confronti del medico indagato, nel pieno rispetto delle disposizioni di legge. Laddove sarà opportuno e necessario, ci costituiremo parte civile".

"Ribadiamo - conclude la nota - il nostro impegno a garantire un ambiente di lavoro sicuro, rispettoso e professionale, in cui ogni operatore sanitario possa svolgere il proprio ruolo serenamente e con dignità. Continueremo a collaborare con le autorità in attesa degli sviluppi dell'inchiesta".

Ti potrebbe interessare

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri