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Torino, dove c'era una bisca clandestina ora c'è il primo bistrot gestito da ragazzi autistici: "Così escono dal loro guscio"

Il progetto della onlus "Autismo e Società", BiStrani, scommette su sei giovani. "Lavoratori onesti e affidabili, le aziende si preparino ad accoglierli", spiega a Tgcom24 il vicepresidente Massimo Aureli

Torino, dove c'era una bisca clandestina ora c'è il primo bistrot gestito da ragazzi autistici:
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E' una scommessa, "che deve sì far cassa per sopravvivere", ma che dal punto di vista terapeutico è già stata vinta.

Scommesse, d'altronde, e gioco d'azzardo erano di casa tra quelle mura che un tempo ospitavano una bisca clandestina e che oggi sanno di caffè e tramezzini. In quegli stessi locali, infatti, ha aperto i battenti un mese fa a Torino BiStrani, il primo bistrot gestito da sei ragazzi autistici, tra i 20 e i 30 anni. E il barista e l'addetto alla sala mostrano i primi segnali di apertura al mondo. "Per noi è già una vittoria - spiega a Tgcom24 Massimo Aureli, vicepresidente di "Autismo e Società", la onlus che ha ideato questo nuovo progetto di inserimento lavorativo. - Marcello ha iniziato a sorridere mentre fa i caffè e anche il cameriere, affetto da mutismo selettivo, ha ingranato bene". "D'altronde questi ragazzi, nella loro disabilità, sono lavoratori onesti e affidabili, capaci di gestire operazioni ripetitive senza problemi: le aziende li accolgano", è l'invito finale rivolto a tutto il mercato del lavoro.

"E' presto per un bilancio - continua Aureli, impegnato da 10 anni con la onlus al fianco di autistici e delle loro famiglie in tutto il Piemonte, - ma, a un mese dall'apertura del bistrot, i tutor della cooperativa di promozione sociale Elisa, che collaborano con noi nell'affiancamento dei ragazzi, hanno constatato che il lavoro come piacere va in crescendo. Le capacità nascoste e le difficoltà a esprimersi di questi giovani, attraverso un tale percorso virtuoso e protetto, emergono e vengono superate. Per uno, in particolare, è evidente la passione per il settore della ristorazione, gli altri, piano piano, accettando la nostra proposta, escono dal loro mondo e affrontano le 50 mansioni che abbiamo individuato: dall'ordinare posate e bicchieri a lavare e pulire la sala".

Qual è stata la risposta della clientela? "Quei pochi che non conoscono il nostro progetto, restano positivamente colpiti da questi ragazzi particolari. Come accade per tutti gli avventori, una volta che i gestori Domenico e Cesarina illustrano l'iniziativa, rispondono con affetto".

"C'è tanta curiosità poi nel quartiere Aurora - aggiunge Aureli. - Il nostro tentativo è riqualificarlo: prima era diviso in due dalla linea ferroviaria per Milano e, ora che i binari sono stati interrati ed è spuntato un lungo viale, proviamo a renderlo più bello. Ci mettiamo il cibo e anche eventi culturali che non abbiano solo come tema la disabilità".

La Rosetta BiStrani, il piatto forte del menù, è servita.