Cècile Kyenge, l'ex ministra ora fa il medico di famiglia a Padova | Ma scoppia la polemica
"È un'oculista non un medico di base: non ha fatto il tirocinio nei medici di famiglia" dice Domenico Crisarà, segretario della Federazione dei medici di medicina generale

Da ministro a medico di base. Cècile Kyenge torna a far parlare di sé: l'ex ministra dell'Integrazione, la prima di colore in Italia, ora fa il medico di famiglia a Padova. Italiana di origini congolesi, 57 anni, Kyenge ha esercitato l'incarico politico dal 2013 al 2014 con il governo Letta, poi è stata europarlamentare nei cinque anni successi. Ora, invece, ha accettato l'incarico di un anno come medico di base nella periferia della città veneta. Professione che, però, ha innescato non poche polemiche.
"Non è medico di base ma oculista"
"La dottoressa Cècile Kyenge è un'oculista non un medico di base: non ha fatto il tirocinio nei medici di famiglia" dice in un'intervista rilasciata a la Repubblica Domenico Crisarà, segretario della Federazione dei medici di medicina generale. Il quale prende di mira non tanto la collega ma la procedura con cui l'Usl 6 di Padova ha assegnato l'incarico alla Kyenge. Procedura scaturita dall'urgenza di sostituire la dottoressa Maria Teresa Guiotto andata in pensione nel dicembre 2020. L'ex ministra era iscritta nella graduatoria usata per scegliere il sostituto. Ma Crisarà puntualizza: "La dottoressa Kyenge non ha mai svolto il ruolo di medico di famiglia. Non significa non sia in grado di farlo, ma che sono stati saltati dei passaggi importanti”.
L'impegno durante la pandemia Cècile Kyenge si è laureata in Medicina all'Università Cattolica di Roma, specializzandosi poi in oculistica all'Università di Modena e Reggio Emilia. Durante la pandemia è tornata a indossare il camice, fornendo assistenza domiciliare ai contagiati dal coronavirus. “Ho lavorato nella gestione del Covid da marzo dell’anno scorso. Il mio obiettivo è sempre quello di essere al servizio del prossimo, del cittadino, dentro o fuori dalle istituzioni” ha dichiarato in un'intervista rilasciata al Mattino di Padova. Ma, pur non mettendo in dubbio le sue qualità professionali, le polemiche non si placano: “Un neurochirurgo o un oculista non sono medici di famiglia. Cosa succederà altrimenti quando marcheranno gli anestesisti o i cardiologi? Chiameranno noi medici di base in sala operatoria?”.
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