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Borseggiatrici Milano, con la bella stagione le ladre vanno in trasferta a Venezia

La denuncia a "Dritto e Rovescio": "La loro tattica di furto? Si mischiano tra i turisti e si vestono come loro"  

Le borseggiatrici di Milano andrebbero in trasferta a Venezia con l'arrivo della bella stagione. È la testimonianza di un poliziotto raccolta a "Dritto e Rovescio". Non si sposterebbero solo a Venezia, ma anche a Roma per godere delle opportunità offerte dal forte flusso di turismo delle due città, soprattutto con l'arrivo della primavera e del caldo. 

La ronda "social" anti-borseggiatrici - Così come a Roma e a Milano, anche a Venezia c'è chi filma le borseggiatrici all'opera, pubblica i loro video sui social e avverte cittadini e turisti di fare attenzione ai possibili furti. Si tratta del gruppo di volontari "Cittadini non distratti" che ha coniato uno slogan ben preciso. "Lo slogan è 'ocio al tacuin' che in veneziano significa occhio al portafogli. Queste borseggiatrici le definiamo le trasfertiste proprio perché si spostano da Milano a Venezia e in altre città", spiega Damiano Gizzi volontario della onlus.

 

L'uomo spiega che il metodo di azione delle ladre è sempre lo stesso. Le donne coprirebbero il loro braccio con un foulard o con una mappa della città e, grazie all'aiuto di chi fa da palo, riuscirebbero così a sottrarre il portafogli ai turisti ignari. "Le zone predilette dalle borseggiatrici sono la linea 1 e quella per le isole - racconta ancora Gizzi che poi aggiunge - loro si mischiano tra i turisti, vestono anche come loro". 

"Dritto e Rovescio" alla ricerca delle ladre a Venezia - Così come mostrato nel servizio del programma di Rete 4, grazie all'aiuto del volontario della onlus anti borseggiatrici, le telecamere riescono a individuare alcune ladre pronte all'azione. Le due donne sono ben vestite, forse, proprio con l'intento di confondersi tra i turisti e agire indisturbate. Quando l'inviata della trasmissione le intervista per chiedere loro perché fanno questo, le risposte sono sempre le stesse anche a Venezia: "Rubiamo perché abbiamo fame e nessuno ci offre un lavoro". 

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