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Vaccini, Draghi: "Farò AstraZeneca, la sospensione non è stata un errore" | "In Italia le Regioni vanno in ordine sparso e questo non va bene"

"Ad aprile arriveremo a 500mila somministrazioni al giorno". Poi, sulla scuola: "Sarà la prima a riaprire quando i contagi lo permetteranno"

"Non mi sono ancora prenotato, ma farò Astrazeneca". Lo ha annunciato il premier Mario Draghi parlando dei vaccini in conferenza stampa sul dl Sostegni. "La mia fascia d'età prevede la vaccinazione con Astrazeneca, quindi sì, lo farò, lo ha fatto anche mio figlio in Inghilterra". Draghi ha spiegato che la sospensione delle somministrazioni "non è stata un errore" e che "la decisione non è stata presa per imitazione o 'per interessi tedeschi'".

"Chiunque al mio posto avrebbe fatto lo stesso", ha aggiunto. "Quando l'autorità europea dice 'continuate pure le vaccinazioni, però voglio prendermi un po' di tempo per guardare se effettivamente sono sicure...' Beh, se vi metteste nei panni miei e di altri governanti in Europa cosa avreste fatto? Avreste detto: vabbé, proviamoci?".

 

"Scuola prima a riaprire quando i contagi lo permetteranno" Il premier ha confermato che la riapertura delle scuole è una delle priorità del governo. "Per quel che mi riguarda la scuola sarà la prima a riaprire quando la situazione dei contagi lo permetterà. Sarà la prima attività a essere riaperta, riprendendo perlomeno la frequenza scolastica fino alla prima media". 

 

 

"Aumentano siti e vaccinazioni giornaliere" Draghi ha poi riassunto la situazione attuale in Italia sul piano vaccinazioni. "Siamo partiti da 69mila, ora siamo a 160mila vaccinazioni giornaliere, arriveremo a 500mila in aprile e l'obiettivo è aumentarla in maggio-giugno. Poi speriamo di non avere imprevisti sulle forniture di vaccini. Tutto il governo e tutta l'italia sono in grande fermento e attività perché il piano di vaccinazione proceda con la massima velocità e capillarità possibile. I siti vaccinali continuano ad aumentare: solo in questi giorni sono aumentati del 25% e continuano ad aumentare". 

 

"Calo solo un giorno, poi è stato compensato" "Il calo delle vaccinazioni - ha spiegato il premier - è stato dopo lo stop di Astrazeneca solo per un giorno, in cui siamo scesi da 150 a 100mila, poi sono state quasi compensate. Il rallentamento non è stato disastroso. La domanda che ci si deve porre è se l'accaduto ha un effetto anche in futuro lo stimeremo nei prossimi giorni e agiremo di conseguenza".

 

"Male che le Regioni vadano in ordine sparso" Nel dettaglio della situazione italiana, il presidente del Consiglio ha riconosciuto che "le Regioni vanno in ordine sparso e questo non va bene". "Noi andiamo forte a livello nazionale - ha sottolineato - ma le Regioni sono molto difformi, alcune
arrivano al 25% e altre al 5%: sono difformi nei criteri e nella capacità di somministrare i vaccini". 

 

"Se coordinamento Ue non funziona, si va per conto proprio" Sul coordinamento europeo dei vaccini, Draghi è stato chiaro. "Bisogna essere pratici, si cerca di stare insieme ma qui si tratta della salute, se funziona bisogna seguirlo, se non funziona bisogna andare per conto proprio. La campagna vaccinale europea ha avuto sicuramente problemi che risalgono ai modi in cui i contratti sono stati fatti, alle scelte delle ditte, ma col senno di poi si trovano tanti errori".

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