IL CASO

Trentino, rifugio alpino negato alla cagnolina infreddolita: è polemica

Una coppia in villeggiatura nella Val di Fumo ha denunciato il comportamento di un rifugista, inflessibile nel non far entrare il piccolo animale nonostante il maltempo

03 Set 2025 - 14:06
 © Dal suo blog ufficiale

© Dal suo blog ufficiale

"Mai ci saremmo aspettati un atteggiamento tanto aggressivo, menefreghista e privo di umanità da parte di chi gestisce un rifugio alpino", termina così l'amaro post di un turista in Trentino, che ha denunciato in questo inizio di settembre quanto accaduto a lui, a sua moglie e alla sua cagnolina qualche settimana fa, nel giorno di Ferragosto. Quel secco no, ricevuto dal proprietario di un rifugio montano a farli riparare sotto un tetto mentre fuori imperversava la tempesta, gli ha fatto male e ha fatto scoppiare l'ennesima polemica "ad alta quota" di questa estate.

Infuriava la tempesta

 L'escursionista stava rientrando a Malga Bissina, in Val di Fumo, con la moglie e la cagnolina. Durante la passeggiata in montagna i tre erano stati sorpresi da una di quelle tempeste estive, tanto rapide quanto violente, in cui la pioggia si mischia al vento e la grandine. In cerca di un tetto sotto cui ripararsi, i villeggianti si erano quindi diretti verso un vicino rifugio. Essendo profondi conoscitori della zona, sapevano benissimo che quello spazio non ammetteva tassativamente i cani ma speravano in un'eccezione: d'altra parte l'animale era di piccola taglia e piuttosto anziano. 

Il cane non è mica un bambino

  "Convinti che un rifugio fosse un luogo di riparo e protezione, abbiamo chiesto al gestore se fosse possibile entrare anche solo per pochi minuti, giusto il tempo di asciugare e scaldare la cagnolina", ha raccontato il turista deluso dalla mancanza di empatia del rifugista, che a suo dire avrebbe opposto un netto diniego alla richiesta di lasciare entrare per un attimo la sua piccola amica a quattro zampe. Una cagnolina che pesa appena otto chili e che è oltretutto molto fragile, anche in virtù dei suoi quattordici anni: "Era in difficoltà: bagnata, tremolante e infreddolita, con rischio di ipotermia o polmonite, vista anche la sua età", ha spiegato l'autore del post, scioccato di fronte a un secondo rifiuto da parte del proprietario del rifugio anche di fronte alla richiesta di un aiuto meno invasivo: "Abbiamo allora domandato se fosse almeno possibile fermarci nell’ingresso, ma la replica è stata sprezzante: 'Il cane non è mica un bambino'".

Un lieto fine che non cancella l'amarezza

 Fortunatamente poi tutto è andato per il meglio, grazie alla collaborazione di altri escursionisti, che hanno prestato le loro copertine per asciugare l’animale. Sfruttando anche un piccolo fornelletto, moglie e marito hanno tenuto al caldo la cagnolina che si è alla fine ripresa. Un lieto fine che tuttavia non cancella lo sconcerto della coppia per quanto accaduto. Un sentimento condiviso anche da molti utenti sul web, che hanno commentato la vicenda lamentandosi della poca umanità del proprietario di quel rifugio ma anche, in generale, di come certi luoghi pensati proprio per accogliere chi è in difficoltà in montagna ormai si comportino sostanzialmente come autentici relais in alta quota.

La politica si muove per capire

  Contattato dal Corriere della Sera, il proprietario del rifugio ha tuttavia deciso di non commentare l'accaduto. "Negare riparo o un minimo di aiuto in una circostanza simile non solo è contrario al buon senso e all’etica della montagna, ma potrebbe anche rientrare tra i comportamenti puniti dalla legge", ha chiosato il turista in un appello prontamente raccolto dalla politica. "Come deputato trentino, scriverò una lettera all'assessore provinciale competente e alle autorità di pubblica sicurezza affinché accertino l'accaduto e le eventuali responsabilità. Ma presenterò pure nelle prossime ore un'interrogazione urgente al Ministero competente, per capire come il governo intenda operare a livello nazionale per evitare in futuro episodi simili", ha fatto sapere il deputato della Lega Andrea de Bertoldi. Un modo per fare luce su una vicenda che non solo rischia di infangare l'immagine dell'ospitale Trentino ma anche di rendere vane le battaglie che, a prescindere dai colori politici, si stanno portando avanti da anni per garantire i diritti dei nostri amici a quattro zampe. 

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri