Speciale Il caso Giulia Cecchettin
A "Dentro la notizia"

Turetta aggredito in carcere, Gino Cecchettin: "Qualsiasi gesto violento va combattuto"

"Giustizia ripartiva? Deve partire da un esame di coscienza. Ora è troppo tardi", commenta il padre di Giulia Cecchettin a "Dentro la notizia"

19 Set 2025 - 18:38
 © Da video

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"Noi ci stiamo promuovendo contro la violenza, in particolare contro la violenza di genere, ma la violenza va combattuta in toto e quindi qualsiasi gesto violento va combattuto". Lo ha detto Gino Cecchettin a "Dentro la notizia", commentando la recente aggressione avvenuta in carcere ai danni di Filippo Turetta, condannato per il femmicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto nel novembre 2023.

"Qualsiasi gesto violento va combattuto fosse anche a chi ti ha procurato dolore", ha aggiunto Cecchettin, aggiungendo che sarebbe stato aperto anche all'eventualità di un percorso di giustizia ripartiva. Ora, però, a un mese dal ricorso in appello da parte dei legali del 24enne condannato, si dice deluso. "Penso sia troppo tardi per chiederlo, soprattutto in virtù del fatto che c'è il processo davanti", afferma.

"Io credo nella giustizia riparativa e lo dico da cittadino a prescindere da quello che mi è successo. Però, come hai detto tu, è un percorso che deve passare attraverso l'autoconsapevolezza prima, attraverso le scuse, e poi alla richiesta di perdono - continua -. Tutto questo percorso non è iniziato e sento riparlare di giustizia riparativa a un mese dal dall'appello…", osserva con amarezza. "Nel mio caso specifico penso che il percorso debba ancora iniziare e non sia iniziato".

A quasi due anni dall'uccisione della figlia, avvenuta l’11 novembre 2023 a Vigonovo (Padova), il padre di Giulia Cecchettin si dice fiducioso nei confronti di questo strumento giuridico. "Io sono stato in carcere - dice - e senza pregiudizi ho visto delle persone, alcune di quali hanno fatto questo percorso. Per cui è uno strumento che reputo valido per il recupero delle persone, per inserimento nella società".

Serve però una vera presa di consapevolezza: "Non deve essere uno strumento retorico al fine di avere uno sconto di pena", afferma. Cecchettin ha creato anche una fondazione dedicata alla figlia che si batte proprio per l’educazione all'affettività, che dà fiducia al potenziale delle persone. "La vita sa dare tanto quanto sa togliere, quindi dobbiamo dare i mezzi agli uomini - spiega - perché in quel momento lì possano decidere, e possano decidere in meglio". 

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