Aggredito in carcere

Punito il detenuto che ha picchiato Filippo Turetta: labbro spaccato dopo il pugno in carcere

Il 55enne Cesare Dromì, già condannato per gravi reati e con legami con la ’ndrangheta, ha colpito Filippo Turetta nel carcere di Montorio Veronese. Dopo l'isolamento disciplinare, è stato trasferito a Treviso per motivi di sicurezza

25 Set 2025 - 13:18
 © IPA

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Filippo Turetta, condannato per l'omicidio di Giulia Cecchettin, è stato aggredito a fine agosto nel carcere di Montorio Veronese. A colpirlo con un pugno al volto è stato un detenuto di 55 anni, Cesare Dromì, originario di Taurianova (Reggio Calabria), già condannato per omicidio, tentato omicidio e rapina, con legami con la 'ndrangheta. L'aggressione ha provocato a Turetta una ferita al labbro, giudicata non grave, ma sufficiente a richiedere l'immediato intervento degli agenti di polizia penitenziaria.

Chi è Cesare Dromì, l'uomo che ha aggredito Turetta

 Dromì è un detenuto di lungo corso, con alle spalle numerose condanne per reati gravissimi. Originario di Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, il 55enne è stato più volte al centro di procedimenti giudiziari che lo hanno visto condannato per omicidio, tentato omicidio e rapina. A suo carico risultano anche legami con la criminalità organizzata calabrese, in particolare con ambienti della ’ndrangheta, che ne hanno accresciuto la fama di soggetto ad alta pericolosità. La sua storia giudiziaria è segnata da episodi di violenza e da rapporti con ambienti criminali che lo hanno reso uno dei detenuti più sorvegliati nei vari istituti in cui è stato recluso. Nonostante gli anni trascorsi dietro le sbarre, il suo profilo resta quello di un uomo capace di gesti improvvisi e aggressivi, come dimostrato dall’episodio che ha coinvolto Filippo Turetta. 

Il pugno in carcere per uno sguardo di troppo?

 L'aggressione è avvenuta durante un momento di socialità tra detenuti. Secondo la ricostruzione, Turetta era stato trasferito in un reparto di detenuti comuni quando, improvvisamente, Dromì lo ha colpito con un pugno in pieno volto. Il colpo ha provocato un piccolo taglio al labbro, descritto dalle fonti come una ferita superficiale. Turetta è stato subito visitato e le sue condizioni non sono mai apparse preoccupanti. Secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, Dromì avrebbe agito in seguito a un sospetto personale, convinto che Turetta lo stesse osservando con insistenza.

Dromì in isolamento e il trasferimento a Treviso

 Subito dopo l'aggressione, l'autore del gesto è stato messo in isolamento per 15 giorni. Fonti interne raccontano che, in seguito, il detenuto sia stato trasferito in una cella singola in condizioni precarie e abbia protestato rifiutando cibo, acqua e farmaci. La situazione si è poi sbloccata con la decisione del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (DAP) di trasferirlo in un'altra struttura. La mattina del 24 settembre il 55enne è stato spostato nel carcere di Santa Bona, a Treviso. Una scelta dettata da esigenze di sicurezza interna e dalla necessità di evitare ulteriori episodi di violenza all'interno del penitenziario di Montorio Veronese. Le autorità hanno valutato l'episodio come grave, anche se privo di conseguenze fisiche importanti per la vittima, e hanno deciso di agire in via preventiva.

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