Valanga sul Lagorai, la vittima era scampata alla tragedia della Marmolada
Il 3 luglio scorso era salita sul ghiacciaio da un altro versante e venendo poi a conoscenza della tragica valanga scrisse: "Alla montagna non si comanda a volte, ci si trova semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato"
La ragazza che martedì è stata travolta da una valanga sul Lagorai, in Trentino, ed è morta era scampata alla tragedia della Marmolada.
L'escursionista, Arianna Sittoni, 30enne di Pergine Valsugana (Trento), il 3 luglio scorso era salita sul ghiacciaio da un altro versante e venendo poi a conoscenza della tragica valanga che uccise 11 escursionisti, scrisse su Instagram: "Alla montagna non si comanda a volte, ci si trova semplicemente nel posto sbagliato al momento sbagliato".
Il fatto - La vittima si trovava con il suo compagno di escursione Guido Trevisan, 46 anni, il quale è sopravvissuto. I due erano usciti con le ciaspole. Dopo il mancato rientro a casa, i familiari hanno lanciato l'allarme. La slavina si è staccata nei pressi di malga Caldanave a oltre 2.000 metri di quota. Nelle vicinanze si trova Cima d'Asta che con i suoi 2.847 metri è una delle vette più famose del Lagorai.
Il 46enne non è in pericolo di vita - Trevisan, recuperato nella notte sul gruppo del Lagorai, non è in pericolo di vita. L'uomo è ricoverato all'ospedale Santa Chiara di Trento con traumi agli arti inferiori. Sono invece già in corso le operazioni di recupero del corpo di Sittoni. Travisan è stato trasferito in ospedale durante la notte, a causa del luogo impervio in cui è avvenuto l'incidente. L'uomo è stato ritrovato dai soccorritori grazie al localizzatore Artva.
Dalle ricostruzioni dei soccorritori, la slavina, un fronte di cento metri per 200 di lunghezza, era caduta diverse ore prima che intervenissero sul posto, a 2.100 metri di quota. Le difficili condizioni meteorologiche hanno comportato un intervento lungo e difficoltoso, conclusosi durante la notte. Per prestare le prime cure a Trevisan, gli operatori del Soccorso alpino sono stati costretti a scavare direttamente sul posto una truna, un bivacco di emergenza nella neve.
Anche il 46enne ha un legame con la Marmolada: è stato gestore del rifugio Pian dei Fiacconi, sempre sulla Marmolada, che nel dicembre 2020 fu distrutto da una valanga.
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