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Ucciso a botte in Spagna, padre: "Sono bestie, e tutti gli altri a guardare"

Lʼuomo dice di essere riuscito a vedere solo "la metà di questo video terribile" ripreso dalle telecamere del locale

Ucciso a botte in Spagna, padre:
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"Non sono essere umani ma bestie" i tre ceceni che in una discoteca spagnola hanno ucciso il 22enne Niccolò Ciatti.

A dirlo è il padre del giovane, secondo il quale "la cosa triste è che tutti, tutti sono stati a guardare impotenti". L'uomo dice di aver visto solo "la metà di questo video terribile" ripreso dalle telecamere del locale "perché come padre non ci sono riuscito. E' la dimostrazione delle bestie che abbiamo di fronte".

"Non sono essere umani ma bestie che hanno ammazzato mio figlio come un sacco di patate, non posso dire neanche come un cane perché neanche un cane si merita una fine così", aggiunge. "Sarebbe bastato che qualcuno intervenisse per risparmiargli forse quelle pedate sulla testa, quelle botte al cuore che me l'hanno ammazzato".

L'aggressione è stata ripresa dalle telecamere del locale e il padre spiega: "Mi ero ripromesso di non far vedere il video a mia moglie ma lei lo ha già visto". Niccolò, prosegue il padre, "ha trovato queste tre persone che lo hanno spinto, perché queste sono persone che cercavano soltanto le botte, paramilitari non lo so che cosa sono e poi me lo hanno massacrato".

Niccolò, ricorda il padre commosso, "era alto più di un metro e novanta, 80 chili, un fisico, era bellissimo, lo hanno distrutto solo perché ha ricevuto una spinta e lui ha reagito e questo non ha aspettato altro che massacrarlo, perché questo era il suo lavoro, lo voleva massacrare e me lo ha ammazzato".