Luana D'Orazio, il figlio affidato esclusivamente ai nonni materni
Il tribunale di Pistoia ha confermato il "decadimento dalla responsabilità genitoriale" del padre del bambino
È stato affidato ai nonni materni il figlio di Luana D'Orazio, la 22enne operaia morta sul lavoro in una ditta tessile di Montemurlo (Prato) il 3 maggio 2021.
Lo ha stabilito il giudice tutelare del tribunale di Pistoia, a cui il padre del bambino, un giovane calabrese i cui rapporti con Luana si erano interrotti da molto tempo, aveva fatto ricorso presentando "richiesta di revoca del decreto di apertura della tutela in favore del minore". Il tribunale, con una sentenza del giudice Giulia Gargiulo, ha dunque confermato il "decadimento dalla responsabilità genitoriale" del babbo del piccolo, che ha 6 anni, già sancito negli scorsi mesi dal tribunale dei minori di Firenze nella rispettiva competenza sulla materia tutelare.
Con questo pronunciamento il giudice tutelare pistoiese avalla anche la decisione del giudice per l'udienza preliminare di Prato che nelle scorse settimane non aveva ammesso il giovane tra le parti civili dell'eventuale processo, non ritenendo che il padre del bimbo abbia titolo per stare nel procedimento.
La tragedia - Luana D'Orazio è morta a 22 anni il 3 maggio 2021 per l'"abbraccio mortale" (definizione data dal consulente della procura) dell'orditoio, macchina tessile a cui lavorava nella ditta di Montemurlo, che era stato manomesso per funzionare con saracinesca di protezione abbassata.
Tra le questioni da risolvere nel procedimento in corso per omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele antiinfortunistiche - in cui sono imputati i coniugi Luana Coppini e Daniele Faggi, rispettivamente titolari di diritto e di fatto dell'azienda tessile in cui è avvenuto l'incidente mortale, e il manutentore esterno della ditta Mario Cusimano - c'era quella sulla patria potestà del figlio di Luana. Sulla questione sono intervenute varie competenze giudiziarie. Il tribunale dei minori di Firenze si era già espresso sul tema ma mancava il giudice civile di Pistoia, area dove risiede il bambino coi nonni, che, sulla tutela, non aveva ancora emesso un parere sulla richiesta di mantenere o meno la potestà genitoriale al padre del bambino.
Il padre aveva detto di volersi occupare del figlio. "Ci interessa tutelare i diritti del minore. Il mio cliente ha attualmente un impedimento soggettivo ma ciò non è un motivo ostativo rispetto alla capacità genitoriale che è stata messa in discussione. Il padre del piccolo, grazie a una apposita autorizzazione, ha potuto parlare con il giudice e mostrare la sua piena consapevolezza di genitore e delle responsabilità che ciò comporta. Se il rapporto non è stato coltivato negli ultimi tempi, la colpa non sta da questa parte", aveva spiegato a maggio l'avvocato dell'uomo, Domenico Sirianni, come riporta Notizie di Prato.
"Non è stata una bella relazione, quella con il padre del bambino. Non ha nemmeno chiamato per farci le condoglianze, ma va bene così: Alessio non ha bisogno di lui, ci siamo noi, per lui, lo abbiamo cresciuto noi", aveva invece detto la nonna del bambino al Corriere nel maggio 2021.
TI POTREBBE INTERESSARE
Quanto inserito fra l'1.00 e le 8.00 verrà moderato a partire dalle ore 8.00
Nessun commento
Metti il tuo like ad un commento
Sarà pubblicato al più presto sul nostro sito, dopo essere stato visionato dalla redazione
Il commento verrà postato sulla tua timeline Facebook
I commenti in questa pagina vengono controllati
Ti invitiamo ad utilizzare un linguaggio rispettoso e non offensivo, anche per le critiche più aspre
In particolare, durante l'azione di monitoraggio, ci riserviamo il diritto di rimuovere i commenti che:
- Non siano pertinenti ai temi trattati nel sito web e nel programma TV
- Abbiano contenuti volgari, osceni o violenti
- Siano intimidatori o diffamanti verso persone, altri utenti, istituzioni e religioni
- Più in generale violino i diritti di terzi
- Promuovano attività illegali
- Promuovano prodotti o servizi commerciali