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Caso Guerrina, ossa in una grotta riaprono il giallo di Ca' Raffaello: al via test del Dna

La donna era scomparsa nellʼAretino nel 2014 e il suo corpo non è mai stato trovato. Per omicidio è stato condannato padre Graziano

Guerrina Piscaglia

Il giallo di Guerrina Piscaglia si riapre: ossa umane sono riaffiorate nella grotta della Tabussa, nei dintorni di Badia Tedalda, nella riserva dell'Alpe della Luna, in provincia di Arezzo, non distante da Ca' Raffaello, la località dalla quale la donna scomparve nel 2014. Le ossa, segnalate da escursionisti, sono state prelevate dai carabinieri del nucleo operativo di Sansepolcro (Arezzo). Ai laboratori del Ris di Roma il compito di stabilire datazione e sesso, per poi procedere con l'estrazione del Dna, da comparare con quello della Piscaglia. Per la sua morte sconta una condanna definitiva a 25 anni il congolese Gratien Alabi, padre Graziano per i suoi fedeli.

Da parte degli inquirenti c'è estrema cautela. anche perché a un primo esame le ossa - femori, bacino e altri frammenti - sembrerebbero risalenti nel tempo. Sono rossastre per la terra ferrosa. Nella grotta non sono stati trovati vestiti, scarpe o altro. Incassato in una parete, lo scheletro è emerso in seguito a uno smottamento.

 

Se si trattasse dei resti di Guerrina, potrebbe essere il tassello definitivo dell'inchiesta e di tutta la vicenda giudiziaria, basata essenzialmente su indizi e supposizioni, anche se ormai cristallizzate dal pronunciamento dei giudici della Cassazione. E' stato subito informato del ritrovamento il sostituto procuratore Marco Dioni, titolare dell'inchiesta svolta dai carabinieri di Arezzo sfociata nell'arresto e nella condanna del vice parroco di Ca' Raffaello.

 

La verità processuale - Secondo la ricostruzione dell'accusa, ritenuta valida in tutti e tre i gradi di giudizio, le ragioni dell'omicidio sono da ricercare nella relazione sentimentale tra padre Graziano e Guerrina e nella paura che il religioso aveva di uno scandalo. Tra il vice parroco di Ca' Raffaello e Guerrina Piscaglia c'era una relazione amorosa segreta e il primo maggio 2014 l'incontro tra i due sfociò nel delitto, che sarebbe avvenuto per strangolamento.

 

Padre Graziano temeva di essere ricattato dalla donna che voleva che lasciasse l'abito talare per lei e poi fuggire insieme. Molti gli elementi portati dall'accusa a sostegno dell'esistenza della relazione tra i due. In particolare, gli oltre 4mila contatti telefonici, che si interrompono dopo il primo maggio del 2014. I messaggi partiti dal telefonino della donna a parenti e amici dopo il primo maggio, secondo l'accusa, sarebbero stati inviato da padre Graziano a scopo di depistaggio.

 

Nel processo di primo grado ebbe un peso rilevante per la condanna un sms che risultava partito dal telefonino della donna, nel giorno in cui scomparve, indirizzato a un frate che solo Gratien conosceva. Quel messaggio, in cui Guerrina annunciava di essere scappata con un marocchino, sempre secondo l'accusa, venne appunto scritto dal sacerdote per depistare le indagini e venne inviato erroneamente all'altro frate. Il telefonino di Guerrina, secondo la ricostruzione della procura di Arezzo, rimase per altri tre mesi nelle mani di padre Gratien, fra maggio e luglio del 2014.

 

Elementi e indizi costati al religioso congolese la condanna a 25 anni per omicidio e occultamento di cadavere. Ora i carabinieri dovranno valutare ogni pista. La zona della Grotta della Tabussa è compatibile per la relativa vicinanza agli scenari del giallo. Si raggiunge partendo in auto dal centro di Badia fino a raggiungere una sbarra, dove si può proseguire, se autorizzati, con trattori o mezzi forestali. Nonostante i dubbi, l'indagine è in corso. E padre Gratien continua a professarsi innocente.

 

Legali Piscaglia: "Speriamo resti ritrovati siano suoi" - "Apprendiamo dalla stampa del ritrovamento di ossa in una zona prossima a dove è scomparsa Guerrina, cioé 20-25 chilometri da Ca' Raffaello. I famigliari non hanno mai smesso di sperare di poter seppellire i poveri resti e avere almeno un luogo dove portare un fiore". Lo dicono gli avvocati Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini, difensori delle sorelle e dei nipoti di Guerrina Piscaglia. "Ad ora non abbiamo ulteriori notizie. Aspettiamo con apprensione e speranza i risultati delle valutazioni scientifiche sui poveri resti", proseguono i legali.

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