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Arezzo, partorì in coma: torna a casa dopo due anni e riabbraccia la figlia

"Ora la mia famiglia è riunita", ha detto commosso il marito

cristina rosi
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È tornata a casa, alle porte di Arezzo, dopo due anni Cristina Rosi, la 39enne che il 23 luglio del 2020, alla 30esima settimana di gravidanza, ebbe un prolungato arresto cardiaco che causò conseguenze gravissime sia a lei – che finì in coma - sia alla bambina, Caterina, nata con un parto cesareo urgente.

Ora finalmente potrà stare con sua figlia e suo marito. Proprio quest'ultimo, Gabriele Succi, 43 anni, ha detto commosso a La Nazione: "Cristina è qui, ora la mia famiglia è riunita".

 

La storia - Cristina, rimasta in coma per 11 mesi fu trasferita poi in un centro di eccellenza di Innsbruck dove ci fu il risveglio. Nel percorso è stata sempre assistita dal marito Gabriele Succi e dai tanti familiari e amici che anche attraverso una raccolta di fondi hanno aiutato madre e figlia ad affrontare la loro battaglia. Entrambe, infatti, soffrono attualmente di gravi insufficienze. A fare il tifo per Cristina anche Gianna Nannini, che nei mesi scorsi ha inviato un video alla donna, sua fan, per il suo risveglio dal coma.  

 

A maggio, il marito Gabriele era riuscito a far tornare per qualche giorno a casa la moglie e a far incontrare per la prima volta dopo quasi due anni Cristina e Caterina. Le due sono state insieme alcune ore. Adesso, finalmente, possono vivere sotto lo stesso tetto.

 

Le indagini - Quattro medici, un ginecologo dell'ospedale di Arezzo e tre medici di quello fiorentino di Careggi, sono indagati per il caso di Cristina e della piccola Caterina. Lesioni personali gravissime è l'accusa che il pm Marco Dioni ha ipotizzato a carico dei dottori. Secondo le risultanze dei periti guidati da Marco De Paola la donna avrebbe dovuto partorire prima a causa delle gravi patologie cardiache di cui soffriva. In sostanza il pm ipotizza, in base alla perizia ricevuta, che il parto sarebbe potuto essere organizzato in sicurezza, o per lo meno non in condizioni di emergenza. A settembre l'evoluzione processuale del caso che potrebbe arrivare a citazione diretta davanti al giudice. 

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